Da pc gamer, non avendo una console ho atteso il porting di questo titolo per anni, sono riuscito a schivare spoiler e accenni di trama per tantissimo tempo e scriverò una recensione ex-novo andando a sviscerare ogni suo aspetto, senza escludere Fotografia e resa su PC.
Siete pronti a scoprire questo mondo post-apocalittico? Partiamo!
Un po’ di storia di Horizon Zero Dawn
Sin dai primi minuti di gioco rimarremo a bocca aperta osservando paesaggi incontaminati e maestosi, una savana preistorica dai colori sgargianti, foreste sterminate e insediamenti tribali costruiti dalla mano degli uomini. Come premessa visiva, da fotografo ho già la bava alla bocca.
Il gioco ci farà conoscere Aloy, una tenera orfana che vive alle pendici di un villaggio preistorico; col passare del tempo, farà conoscenza con gli altri bambini che la denigreranno per il suo essere “emarginata“, le rivolgeranno insulti di ogni genere e la tratteranno come uno scarto della società.
Sin dai primi passi, il gioco ci mostrerà una buona sensibilità emotiva, con Aloy che dovrà affrontare dilemmi morali come mostrare empatia ai ragazzini che la bullizzano o agire di ingegno, colpendo la mano del bimbo che voleva lapidarla, evitando quindi ulteriore accanimento. Questa rosa di scelte permetterà di caratterizzare più a fondo la protagonista, rendendo il nostro Avatar empatico o distaccato dal mondo: starà a noi giocatori deciderlo.
Nel suo cammino incontrerà Rost, un emarginato buzzurro e probabilmente ex alcolista che la adotterà e le insegnerà tutto dal mondo, in particolar modo la sopravvivenza in un ambiente ben diverso da quel che conosciamo, il tutto coronato da dialoghi valoriali di un certo livello e con diversi spunti etici che non risultano mai troppo banali.
Proseguendo nella storia, scopriremo che Aloy è molto curiosa e, nelle prime parti del gioco, finiremo in una grotta, al cui interno troveremo cadaveri di uomini di un passato non troppo remoto attorniati da tecnologie sconosciute. La protagonista, spinta dalla sua indole, metterà le mani su uno strano dispositivo da applicare alle tempie, come se fosse un gioiello; alla sua attivazione, il device genererà un’interfaccia di realtà aumentata del mondo che ci circonda. Ricordate la scansione del mondo di Metroid Prime? Un qualcosa di simile.
La realtà aumentata – il Focus – sarà super utile per tutto il gioco e coadiuverà le parti stealth e di ricerca delle informazioni, alla sua attivazione con il tasto centrale del mouse vedremo dei cartelli tridimensionali al neon alla Villeneuve maniera che ricordano un po’ Blade Runner e informazioni in sovraimpressione su bestie e persone che ci mostreranno nomi, classificazioni e punti deboli, inoltre potremo fare degli scan delle aree per capire dove spostarci in agilità.
Nelle prime parti del gioco, affronteremo il tempo della sopravvivenza e della sorpresa. Il sentimento che ho sentito di più nel mio viaggio è stato quello della meraviglia e della scoperta: ogni Robot incontrato o scenario tribale mi ha lasciato a bocca aperta.
Botte preistoriche, il gameplay
Parliamo della giocabilità del titolo, Aloy dovrà sopravvivere in questo mondo durissimo e come lei anche i sopravvissuti della nuova era.
Cos’ha reso questo mondo così arretrato? 20 anni di Trump al governo? Un’invasione di alieni tifosi del Napoli? L’estinzione delle patatine fritte? Tutte queste cose messe assieme?
Fortunatamente le patatine fritte esistono ancora (credo) ma c’è stato un evento scatenante che è molto interessante ai fini della storia, ma non vi spoilererò cos’è successo.
Il pericolo più grande risiede in dei Robot dalle fattezze di dinosauri che pullulano il mondo di gioco, dovremo cacciarli e imparare a diventare dei crudeli assassini di macchine robotiche – e spoiler alert – Aloy diverrà dannatamente brava in questo, forse la migliore in assoluto.
Costruiremo archi, trappole e lance potenziate, combatteremo contro degli esseri che le tribù non riescono a comprendere appieno e vivremo un’avventura incentrata sullo sviluppo e sulla crescita.
La caccia è il punto più alto del gioco e del gameplay, per sconfiggere i robot avremo bisogno di strategie differenti e di ingegno, la grande varietà e il loro diventare progressivamente sempre più grandi e letali appagherà il senso di sfida e ci farà divertire per tante, tante ore di gioco, magari se avessimo potuto buildare un lanciarazzi fotonico tipo quelli dei Biker Mice ci saremmo divertiti ancora di più, ma non si può volere tutto.
Da qui possiamo assistere ad un menù di crafting molto dettagliato e ben fatto, mietendo vittime tra i robot e acquistando le giuste componentistiche dai Vendor sparsi nello sterminato open world potremo creare armi letali come Archi, fionde, lance da corpo a corpo, trappole e prodigi della tecnica che appartengono a tecnologie ormai perdute.
Il combat system è una gioia, in un what if dove la storia del gioco fa schifo, la trama è un’immondizia e gli scenari sono quelli di Cerignola ad agosto in un bar dello sport qualsiasi e il sistema di combattimento è questo beh… Comprerei il gioco ad occhi chiusi lo stesso.
Combattere è sempre appagante e la sfida è sempre emozionante, ci capiterà spesso di mettere in pausa e di fermarci a riflettere sulla strategia giusta, utilizzeremo il Focus per tracciare i sentieri dei Robot in fasi stealth al cardio palma e ci fomenteremo come dannati nell’uccidere i robot più grossi, SEMPRE PIÙ GROSSI, ed è dannatamente appagante.
L’albero dei potenziamenti, il crafting delle armi e il level-up sono ben fatti e ricalcano appieno gli rpg moderni con una buona dose di variazioni per cercare il proprio game mood preferito a seconda dei gusti. Ottimo.
Non è tutto oro quel che luccica
Parliamo di difetti, se la storia e il combattimento toccano le corde giuste ho trovato decisamente noiosi e mancanti di tattica i combattimenti contro altri esseri umani, mai appaganti come i combattimenti contro i robot che sono meravigliosi.
Parliamone, combattere contro gli umani dopo aver atterrato un robot grosso come il Pirellone di Milano è semplicemente noioso.
In seconda istanza ho avuto modo di vedere qualche gameplay su PS4 e ho tristemente notato come nella versione pc non sia migliorata di molto la mimica facciale dei personaggi e quel sentore di antipatia che si prova verso gli altri esseri umani, i modelli 3D non mi convincono appieno e durante le lunghe sessioni di dialogo non mi hanno entusiasmato le espressioni facciali statiche e prive di emozioni.
Horizon Zero Dawn su PC – Come gira?
Arriviamo al punto che interessa agli smanettoni e ai pc gamer di tutta Italia, lo so che state sbavando e volete capire se comprare il gioco o no.
Buone notizie allora, Il porting è OTTIMO.
La macchina con cui ho provato il gioco è il pc alimentato a sangue e imprecazioni che mi sono assemblato qualche giorno fa con queste caratteristiche:
- Nand Sabrent 4.0 da 2 tb pcie 4
- Ryzen 7 3800x dissipato con Be Quiet (il dissi quello enorme che pesa come un frigorifero)
- Nvidia 1080 Palit
- 32GB di ram ddr4 da 3200
- Scheda Madre x570 Asus Prime Pro (una belva, ve ne parlerò nei prossimi giorni)
Al primo avvio mettendo i settaggi al massimo in 4k viaggiavo sui 32 FPS medi, un po’ pochi, disabilitando il Vsync che era attivato di default il gioco è schizzato sugli 87 fps fissi, ho inoltre abbassato un po’ il dettaglio delle ombre e della profondità di campo di uno step, perdendo pochissimo e guadagnando in prestazioni per almeno 25 frame.
Il gioco è stabile, le ventole della scheda video non salgono mai sopra al 40% e le temperature di scheda madre e processore viaggiano basse malgrado i 34 gradi in stanza causa estate torrida.
Il Decima engine si comporta in modo superbo su pc, su playstation 4 la qualità del render è quasi miracolosa per un hardware datato, su PC si raggiungono vette altissime.
Le luci seguono un rendering quasi in real time naturale ed armonioso, stessa cosa la proiezione di ombre che non ha artefatti di alcun tipo e segue le linee in modo netto e gradevole alla vista senza quella sensazione di posticcio che troviamo in altri titoli.
In 4k il rendering volumetrico in real time delle nuvole è sbalorditivo, sembra che ci stiamo affacciando nella piana di campo imperatore, una gioia per gli occhi.
I poligoni dei personaggi sono renderizzati meglio che su console, ogni singolo poligono viene riprodotto perfettamente tranne per i modelli dei capelli che non sempre vengono processati in maniera fluida (ma è un problema condiviso da centinaia di giochi moderni).
Il caricamento dell’ambiente e degli elementi dell’orizzonte è reattivo e non da mai l’idea che ci sia un fondale da caricare o in pre caricamento, facendo risultare la grafica sempre naturale che ci regala dei momenti altissimi di sospensione di incredulità.
La fotografia del gioco
Chi mi conosce sa quanto posso essere una persona “strana” nell’editoria ludica, i due principali fattori di cui tengo conto per le mie recensioni riguardano la storia e la fotografia, il primo fattore è perché sono un giocatore di ruolo dal 2001 il secondo beh… faccio il fotografo da oltre dieci anni.
Con Horizon non avevo dubbi, avrei sbrodolato arcobaleni per tutte le ore di gioco, gli ambienti sono fotograficamente eccelsi, i paesaggi sono sempre mostrati con la loro facciata migliore con un’estrema cura sull’incidenza delle linee cadenti dei monti e colline che seguono sempre una lettura in sezione aurea, i corsi d’acqua, i villaggi, la vegetazione, gli alberi, tutto ha un’estetica sempre coerente che non stona mai.
Persino il Focus che ci mostra la realtà aumentata che è essenzialmente anacronistica non stona con il look & feel fotografico del titolo.
I Robot hanno movenze pressoché perfette e seguono sempre una certa eleganza nei +movimenti, persino quando ci caricheranno o spareranno raggi laser.
La mimica facciale dei personaggi non è la migliore, anzi, è tra i punti deboli come vi dicevo poco fa. Sta di fatto che l’incarnato, lo skin tone e il motion tracking dei personaggi è perfetto a suo modo (ma non nell’espressività purtroppo), non vedremo mai un essere umano con un corpo poco realistico o delle posture irreali.
Per finire da amante delle nuvole sono rimasto a bocca aperta nell’osservare la gestione in tempo reale del cielo, nella loro creazione dinamica e dall’incedere dei raggi solari in base all’inquadratura, con una particolare attenzione ai Flare del sole che saranno sempre realistici e mai buttati lì a caso.
Fotograficamente Horizon è tra i titoli più belli mai usciti e se la batte con Red Dead Redemption 2 e Death Stranding (NDR: speciale in arrivo tra qualche giorno, il gioco è dannatamente lungo!)
Infine, anche se esula dal discorso fotografico, la colonna sonora è azzeccatissima: non c’è una singola traccia che stoni, e certi riff rimangono nella testa anche dopo un’oretta di gioco; i suoni ambientali, inoltre, hanno una buona spazialità e avvolgono il giocatore nell’esperienza ludica. Promosso anche qui.
Conclusioni
Horizon mi è piaciuto, la storia è bella (seppur scontata in alcuni passaggi), la fotografia è magistrale, Aloy è un personaggio convincente e il bagaglio di emozioni che ci regala il gioco nelle sue scelte rimarrà impresso nei mesi successivi al completamento.
Le sfide e il gameplay incentrate sui “robot preistorici” sono il fiore all’occhiello del gioco, intriganti e con un grado di sfida più che accettabile, qualche difetto sulla mimica facciale che lascia a desiderare e sulla piattezza dei combattimenti contro gli umani, ma tolti questi due difetti il gioco è una gioia per gli occhi ed è un titolo che lascia il segno.
A mio parere un must, ora finalmente anche su PC con tutti i DLC disponibili inclusi.
Per la recensione del DLC Frozen Wilds cliccate qui
In brevissimo, proprio un rigo:
Dai Paesaggi ai combattimenti è una gioia per gli occhi.