C’erano una volta le sale giochi, luoghi mitologici in cui si andavano formando legami, esplorando amicizie, creando rivalità; luoghi in cui il fumo passivo era un obbligo, luoghi in cui il livello di igiene non era particolarmente elevato ma poco importava, tanto era gradevole e sensata l’atmosfera.
Ecco, nelle sale giochi Streets Of Rage ci è arrivato tardi. Il titolo fu la risposta console made in SEGA ad un certo Final Fight, videogioco d’importanza capitale realizzato da Capcom, e vide i natali sul Sega Megadrive, imponendosi come acquisto obbligato al pari del buon vecchio Sonic The Hedgehog.
Streets Of Rage aveva dalla sua un gameplay efficace, un tratto stilistico di primissimo ordine ed una colonna sonora che ha cambiato in modo importante il resto della musica dei videogiochi grazie alla sapiente mano di Yuzo Koshiro.
Dopo tre capitoli la saga di Streets Of Rage sembrava voler riposare in eterno, incapace di seguire il flusso dell’evoluzione videoludica e ancorata a stilemi di gioco difficilmente riproducibili con la stessa tecnica e con la stessa gioia su di un impianto tridimensionale.
Il riposo del guerriero è durato una ventina d’anni.
Tuffo nel passato.
Streets Of Rage 4 è un videogioco sviluppato da un clash tra Lizardcube (gli stessi del remake di Wonder’s Boy: The Dragon’s Trap) e Guard Crush Games.
Un titolo che guarda con enorme rispetto al passato, proponendo gli stessi personaggi, uno stile grafico debitore di tale pixel art, un’atmosfera che blablabla.
Ci siamo capiti: Streets Of Rage 4 in tutto e per tutto è una lettera d’amore al brand che SEGA ha messo in piedi con sforzi e con impegno, un tributo interessante da praticamente tutti i punti di vista che però ha anche il potenziale di creare appassionati nella massa giovane di potenziali giocatori.
Partiamo in primis con l’analizzare l’aspetto puramente tecnico del prodotto in questione: Lizardcube non si è mai risparmiata nella realizzazione di sprites di altissima qualità e questo Streets Of Rage 4 è forse la summa di un lavoro artistico non abbastanza celebrato all’interno della critica videoludica.
Lungo i dieci stage obbligatori in cui è divisa la storia ci si ritroverà ad attraversare spaccati di ambientazioni urbane di una bellezza sconcertante, con i neon ai posti giusti, con le luci che puntano nel modo giusto, con il flavour che rimane nei punti giusti. I richiami sono calibrati a puntino, con ambientazioni che richiamano più volte le strade già percorse (e già imbrattate di sangue e lividi) durante i precedenti capitoli della saga, con grandi perle di background design grazie alla presenza di un livello ambientato in una galleria d’arte.
Se i background sostanzialmente lasciano quasi sempre senza fiato per la bellezza e la pulizia, i personaggi non sono da meno. Sebbene la scelta di riutilizzare degli asset per il parco avversari sia un po’ strana nel 2020, essa è una chiara citazione al come funzionavano durante gli anni novanta i beat em up e questo genere di videogiochi. Tolti i primi stage in cui i nemici identici non faranno altro che affollare il nostro schermo, proseguendo all’interno dell’avventura ci ritroveremo a combattere contro un parco avversari di assoluto rispetto, con un sacco di new entry ed un buon numero di variazioni sul tema. Ogni nemico avrà ovviamente il suo stile di combattimento e necessiterà di una strategia ben precisa, forzando il giocatore ad adattare il suo stile di gioco alle minacce proposte.
Streets Of Rage 4 anche in questo caso richiama il passato con forza e voracità, proponendo moltissimi dei nemici storici che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti capitoli della saga, aggiornandoli al nuovo engine e al nuovo stile. Questa scelta sostanzialmente accontenta tutti e, nonostante qualche problemino ludico con alcune bossfight mal bilanciate, è in grado di strappare sincera gioia dal cuore del giocatore.
Botte da orbi.
Abbiamo visto che in Streets Of Rage 4 l’occhio ha decisamente ottenuto la sua parte e ok, passiamo ora alla ciccia: è divertente picchiare gente?
Risposta: si, incredibilmente divertente.
Il titolo di Lizardcube e soci è un beat em up classico nella struttura ma moderno nella gestione dei particolari. I colpi che i vari Axel, Adam & soci sferrano sono dotato di una incredibile fisicità (grazie anche alle splendide animazioni del caso) ed hanno la giusta varietà per abbracciare sia i giocatori più smanettoni che quelli meno interessati ad un approfondimento.
Per avanzare nei livelli è necessario picchiare gente con qualsiasi cosa: le nostre nocche, aste di ferro, armi bianche e addirittura taser elettrici (che scopriremo essere particolarmente importanti). In questa base superclassica figlia dei precedenti capitoli della saga, Lizardcube ha aggiunto differenti tipi di mosse speciali in grado di mettere un po’ di pepe sulla faccenda.
Axel Stone e soci possono ferire in avversari in una pletora differenti di modi: oltre ad una combo base il giocatore potrà attaccare mentre si trova in volo, attaccare mentre si scatta, attaccare alle proprie spalle, eseguire prese per riposizionarsi o lanciare i nemici ed utilizzare quattro tipi di attacchi speciali.
Questi attacchi speciali si dividono in due macrocategorie: quelli che consumano energia e quelli che consumano stelle; i primi sono disponibili in tre varianti diverse (colpo aereo, colpo da fermi, colpo in movimento) mentre l’ultimo attacco speciale è collegato al ritrovamento di un consumabile a forma di stella.
Con una scelta di bloodbornica memoria in Streets Of Rage 4 gli attacchi speciali che consumano energia possono venire iterati finché vogliamo, basterà colpire gli avversari e infliggere loro danni per vedere la nostra barra riempirsi gradualmente; una scelta che permette ai giocatori di approcciarsi al titolo anche con una certa tattica e che dona al tutto una profondità non indifferente.
A tutto questo va sommato un certo gusto nel combinare attacchi affinché gli avversari rimangano per aria. Facendo rimbalzare gli avversari contro muri o oggetti questi potranno tornare vittime dei nostri colpi, dandoci modo di infliggere più danni, recuperare più hp e migliorare il proprio punteggio. Quest’ultimo, come se non bastasse, ci permetterà di ottenere delle vita extra altrimenti legate alla difficoltà scelta.
Dal punto di visto prettamente contenutistico Streets Of Rage è un videogioco che basa moltissimo del suo fascino sulla presenza della rigiocabilità come importante punto di forza.
I dodici stage che costituiscono l’esperienza base nascondono qualche segreto e sono rigiocabili in cinque difficoltà diverse; i giocatori meno bravi potranno contare sulla presenza di un vasto sistema di aiuti in grado di venire in soccorso di chiunque e grazie alla presenza di una modalità cooperativa (disponibile anche online), il titolo è virtualmente perfetto per passare delle serate con qualche familiare sul divano.
Portando a termine i vari stage con differenti punteggi sarà possibile sbloccare nuovi personaggi con cui allenarsi e migliorarsi. Il titolo, se giocato in due, da davvero il meglio di sé addolcendo anche alcuni dei tristi picchi di difficoltà dovuti alla struttura dei boss. Tra imprecazioni e improperi Streets Of Rage 4 darà il meglio di sé sotto praticamente ogni punto di vista.
Sinfoniette di schiaffi.
Una volta tanto dedichiamo un intero paragrafetto per fare i complimenti al team messo insieme per l’occasione per quanto riguarda il comparto musicale del titolo. Streets Of Rage 4 è uno dei videogiochi più musicalmente interessanti degli ultimi anni, con una serie di nomi che lasciano la tachicardia a chiunque se ne intenda di musica videoludica.
Sebbene la maggioranza della colonna sonora sia stata realizzata dal buon Olivier Deriviere, è impossibile negare l’importanza di nomi come quelli di Yuzo Koshiro, Yoko Shinomura o Motohiro Kawashima all’interno della produzione. La colonna sonora di Streets Of Rage 4 è un album musicale pieno di banger perfetti per delle discoteche indiavolate, con suoni reminescenti degli anni novanta e alcune strizzatine d’occhio alle correnti di musica elettronica più recenti.
Nello specifico le canzoni composte da Koshiro per alcune delle bossfight rientrano a pieno titolo tra le canzoni più gasanti che la recente storia videoludica ricordi, perfette per entrare a far parte dell’immaginario memetico moderno insieme a Megalovania e compagnia.
Sfidiamo chiunque sano di mente a non sentirsi nuovamente a casa dopo aver sentito l’attacco super houseggiante di They’re Back.
Streets Of Rage 4 è un piacevolissimo tuffo nel passato, un videogioco con radici affondate nella tradizione che riesce a svecchiarsi grazie ad un sistema di combattimento divertente come quelli presenti in modernità. Il titolo è anche l’ennesima dimostrazione della qualità che Lizardcube mette nei suoi prodotti dal punto di vista tecnico, con sprite meravigliosi, background di assoluto pregio ed un feeling generico tanto rispettoso dell’originale quanto pronto per fare nuovi proseliti. Tutto ciò viene goduto al meglio dal giocatore se si ha la possibilità di giocarlo in compagnia, modalità dove il titolo splende fortissimo. Una delle esperienza più divertenti della recente storia videoludica per chiunque abbia un divano, delle birre e qualcuno con cui giocare.