Gears of War è forse una delle vere colonne portanti, insieme ad Halo, del parco giochi Microsoft. Per anni i suoi giocatori si sono spalleggiati nella campagna in modalità cooperativa e si sono scontrati in match online tramite Xbox Live creando piano piano una community sempre più grande e affezionata.
Ecco allora che dopo ben cinque capitoli Splash Damage e The Coalition decidono di fare un grosso passo indietro per riportarci a dodici anni prima del primo capitolo della saga per raccontarci come tutto ha avuto inizio sul pianeta Sera e chi sono gli eroi che hanno cominciato la loro resistenza all’invasione delle Locuste.
Videorecensione
Quando la terra cominciò a tremare
Come detto sopra in Gears Tactics assisteremo all’inizio dell’invasione delle Locuste e la nascita di un vero e proprio esercito di resistenza. Per rispondere alla minaccia ormai ingestibile dal sottosuolo il Presidente Prescott ordina quindi la nuclerarizzazione planetaria, riducendo Sera ad un colabrodo. Ciò non ha però fermato l’avanzata di Ukkon, temibile creatore di mostri iconici della serie come Brumak e Corpser, toccherà quindi a Gabriel “Gabe” Diaz e Sid Redburn, due membri del COG, recuperare quanti più soldati e civili volenterosi per scacciare le Locuste una volta e per tutte.
Nuova formula, stessa azione
Per raccontare al meglio questa storia il team di Gears ha deciso di approntare un approccio tattico, rivoluzionando di fatto la formula sparatutto proposta fino ad ora. Sicuramente molti di voi saranno rimasti straniti dopo l’annuncio di questo titolo e certamente si saranno chiesti: Riusciranno a trasportare l’azione frenetica di Gears of War in un gioco tattico con combattimento a turni in stile XCOM?
La risposta è sì e il risultato è strabiliante, grazie ad un sistema di IA che a differenza di altri giochi del genere si muove in branchi dando quindi l’idea di ondate incalzanti ad ogni turno.
Nel proprio turno il giocatore controllerà fino a 4 unità ognuna con tre punti azione (di base) con la quale spostarsi sfruttando i diversi elementi di copertura (proprio come in Gears of War) sparare o utilizzare le diverse abilità che ogni personaggio possiede. Ma che Gears sarebbe senza truculence esecuzioni? Anche in questo caso sarà possibile affettare le odiate Locuste con la motosega del nostro fucile d’assalto, farlo garantirà un punto azione bonus alla nostra prossima unità e ci permetterà di concatenarle per dare vita ad un vero e proprio massacro in pieno stile Gears of War. Altra meccanica molto interessante che permette di mantenere un ritmo costante sono le vedette: ogni unità, anche nemica, di vedetta creerà un cono d’azione grazie alla quale potrà sparare nel turno avversario se questi entrano nella suddetta area. Pensate quindi il muro di proiettili che incontrano gli Abbietti quando caricando entrano in un’area con tre vedette pronte.
Le diverse missioni che affronteremo durante la campagna vanno dal classico vai al punto A al punto B, uccidi X nemici o raccogli X oggetti fino a quelle di salvataggio fino alla difesa di punti di controllo. Oppure vi capiterà di scappare da un continuo bombardamento che ad ogni turno vi taglierà sempre di più la ritirata costringendovi ad una corsa disperata sgomitando tra le orde di nemici.
Ma il vero punto forte del gameplay di Gears Tactics sono sicuramente le boss fight, sì avete capito bene, immaginate di fare una partita a scacchi ma contro Godzilla armato di mitra e con dei lancia razzi sulla schiena. Ecco lo scontro con il Brumak e compagni è più o meno così e vi porterà a resettare più volte la missione per trovare la giusta formazione e la migliore tattica.
Eroi testosteronici
I personaggi e i dialoghi di Gears Tactics non brillano certo per profondità risultando per lo più simili ai protagonisti di vecchie serie action anni ’90 con un pizzico di Michael Bay alla regia ma se c’è una cosa in cui sono bravi è essere minacciosi e tremendamente incazzati.
A nostra disposizione avremo accesso a ben cinque classi:
Supporto, il classico Lancer armato di fucile con motosega capace non solo di infliggere ingenti danni ma anche di curare i propri alleati.
Avanguardia, dolore allo stato puro armati di baionetta caricano i nemici infilzandoli e sono anche capaci di intimorire le Locuste interrompendo le loro vedette.
Scout, rapidi e armati di shotgun gli scout possono diventare invisibili per sorprendere i propri nemici.
Mitragliere, questi bestioni armati di gatling possono attivare l’abilità ancoraggio se rimangono fermi a difendere una zona aumentando ad ogni turno i danni inflitti.
Cecchino, i cecchini sono le vedette per eccellenza capaci di colpire i nemici anche dalle lunghe distanze.
Oltre ai diversi eroi potremo reclutare anche degli npc generati casualmente che andranno ad allargare la nostra squadra, unica differenza rispetto agli eroi che se questi muoiono durante una missione secondaria saranno persi per sempre. Sia gli eroi che le reclute possono essere personalizzati non solo nell’estetica ma anche nelle abilità attraverso un intricato albero di talenti, permettendo quindi di creare diverse build della stessa classe da scegliere a seconda della missione. Dopo ogni missione riceveremo delle casse bottino all’interno della quale troveremo equipaggiamenti utili con cui potenziare le truppe. Ulteriori casse speciali possono essere trovate anche sulla mappa di gioco, sarà quindi un ulteriore sfida riuscire a prenderle durante i nostri turni.
In conclusione:
Non sempre il team di sviluppo di un gioco decide facilmente di deviare così tanto da un loro prodotto di punta, ma in questo caso l’audacia ha saputo ripagare offrendo un titolo che non deluderà i fan di vecchia data ma anzi è destinato a diventare un vero must anche per gli amanti degli strategici in generale. Le boss fight e la varietà di missioni, così come tutto il gioco di vedette, sono aggiunte che rendono il genere ancora più dinamico e divertente che ti trasmette un leggero vibe di Starship Troopers. Il paragone con altri titoli è inevitabile ma Gears Tactics riesce ad emergere ponendo addirittura le basi per progetti futuri che onestamente non vediamo l’ora di provare.