TI PIACERÀ SE
- ami la combinazione tra platform e combattimenti
- apprezzi un game design sobrio ma profondo
NON TI PIACERÀ SE
- odi i giochi poco ottimizzati (PS2)
- ti aspetti un gioco alla Monster Hunter
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Cos'è che fa di un gioco d'avventura un grande gioco d'avventura?
Probabilmente, la sua capacità di farti vivere quella che nell'epica viene chiamata "l'impresa", l'atto straordinario che un eroe deve affrontare per arrivare a un obiettivo importante. Affinché l'impresa attorno alla quale è strutturato un videogioco funzioni, c'è bisogno di tanti ingredienti: grafica spaccamascella, senso della meraviglia e dell'epica, ma soprattutto una storia tanto semplice quanto immediata.
Ecco, Shadow of The Colossus è bellissimo perché possiede tutto ciò.
C'è un giovane eroe in un territorio ostile e abbandonato, caratterizzato dalle vestigia di una civiltà scomparsa, c'è una dolce fanciulla purtroppo defunta, e c'è un modo per farla tornare in vita: abbattere sedici giganti (o colossi) sparsi in questo territorio selvaggio, per ottenere la benedizione di una resurrezione.
Siamo in puro territorio mitologico, puro territorio dell'immaginario collettivo, niente sovrastrutture, niente distrazioni, niente spiegazioni.
Ti muovi a cavallo (e che cavallo!) per la mappa, arrivi di fronte ai tuoi obiettivi, li sfidi, li devi buttare giù.
Ogni battaglia ha una sua precisa strategia da seguire, ogni Colosso un metodo differente per affrontarlo (Shadow of the Colossus è dannatamente tattico: ogni battglia si sviluppa in "trova punto debole colosso, raggiungilo, sfruttalo, abbatti il gigante").
Nella mappa non ci sono PNG, non ci sono mostri erranti, non c'è niente che ti distragga dall'obiettivo: abbatti-i-maledetti-colossi, tutti e sedici.
Ci sei te, l'eroe, e la tua quest.
Il tuo obiettivo.
La persona che ami da salvare.
Il tuo avversario, alto svariati metri più di te, da abbattere senza pietà.
Nessuna distrazione. Nessuna chiacchiera in più.
Pura epica.
Semplice.
Immediata.
Esemplare.
Capolavoro, commovente e poetico.