Le feste natalizie. Per definizione un periodo di tranquillità da trascorrere insieme ai parenti. I pasti consumati fianco a fianco a persone che non si vedono da tempo, lo scambio di regali, le decorazioni natalizie e i lauti pranzi e cene rappresentano il giusto corredo romantico ad un momento felice.
In fondo al percorso Lei ci aspetta. Il suo sguardo cieco, le sue sentenze inappellabili, la sua sordità selettiva per tutte le nostre giustificazioni, La rendono molto più pericolosa e letale di quanto possa trasparire dal nome che tutti noi Le diamo. La Bilancia non ha emozioni. La Bilancia sancirà in maniera inappellabile quanto abbiamo fatto schifo.
Per fortuna, però, ogni tanto i videogiochi ci lanciano segnali di integrazione e accettazione. Sir Eatsalot ci fa capire che non tutti gli eroi mostrano volti candidi su fisici statuari e addominali scolpiti. Nel videogioco sviluppato dal team di Behind The Stone e distribuito su piattaforma Switch (il gioco uscì originariamente nel 2018 su PSVita), infatti, dovremmo guidare il nostro cavaliere dalla pancia monumentale e col volto coperto da un elmo nella sua missione di liberazione del mondo di Gluttington dalle minacce della strega Hysterica.
La possibilità di gestire un personaggio così corpulento e affamato sarà in grado di lenire un po’ i nostri terribili sensi di colpa per quanto fatto durante le feste e, dopo qualche ora di gioco, ci invoglierà decisamente ad uscire di casa per una bella corsetta, solamente per dimostrare che siamo in grado di correre senza esaurire immediatamente la stamina come fa il nostro protagonista.
GAMEPLAY
Il gioco si presenta come un platform 2D abbastanza classico con un’interessante ibridazione dei comandi. Non sarà sempre sufficiente muovere il nostro personaggio, attaccare, parare e saltare.
A volte per la risoluzione di alcune parti sarà necessario interagire con lo scenario mediante la funzione touch. Per recuperare vita (abbiamo 3 cuori) e stamina (abbiamo una barra ricaricabile) sarà necessario mangiare le cose più disparate presenti. Questa scelta, per quanto molto carina in alcuni specifici enigmi, risulta spesso scomoda per evidenti motivi di “cambio impugnatura”. Sicuramente, però, questa funzione era più user friendly nella versione PSVita del gioco, considerando la dimensione ridotta dello schermo.
In aggiunta a questo piccolo inconveniente, la giustificata lentezza e scarsa agilità del protagonista spesso sarà causa di fallimenti piuttosto imbarazzanti e frustranti che ci porteranno a ripetere la schermata da capo (ad ogni cambio scena viene attivato automaticamente un checkpoint.
LA STORIA
Senza voler rovinare l’esperienza di gioco, la storia è abbastanza lineare ed è intervallata da simpatici siparietti in cui Hysterica (la strega nostra antagonista) viene aggiornata sulle nostre gesta eroiche e finisce per dare in escandescenze. Queste parti sono supportate da un comparto sonoro davvero essenziale e ripetitivo che finisce per togliere un po’ di interesse alla parte. Peccato.
La nostre missioni, che si susseguono linearmente, sono simpatiche e spesso aggiungono degli elementi diversificati che in qualche modo ci risvegliano dal lieve piattume dei combattimenti che, viceversa, sono molto simili l’uno all’altro. Una interessante differenza è rappresentata dalle bossfight decisamente più divertenti.
Ad aggiungersi alla parte action/platform c’è la possibilità di investigare sulle creature del mondo circostante e, al primo avvistamento, ottenere informazioni aggiuntive a seguito di un minigioco di disegno. Non male.
IL TARGET
Dopo qualche ora di gioco viene naturale chiedersi quale sia il vero target di questo gioco. Di sicuro, in un periodo dove il mercato ci propone da un lato soulslike 2D (Blasphemous) e dall’altra vere e proprie esperienze musicali e narrative (come Ori and the Blind Forest) Sir Eatsalot sembra essere più un gioco per bambini o per casual gamer.
La comicità espressa però è per molti versi bambinesca, ma qua e là mescolata da un ironia più sottile e divertente (per il mio personale punto di vista).
La conclusione cui si arriva agilmente è che il gioco trova la sua maggiore espressione in una situazione di gioco genitore-figlio che cercano di divertirsi insieme. E questa è davvero una bella immagine da tenere presente nell’analisi del prodotto.
COMPARTO ESTETICO
La grafica del gioco è fumettosa e accattivante. Gli scenari riportano alla lontana alla mente quelli del primo Rayman, anche se le musiche non raggiungono il livello sublime di quel capolavoro di altri tempi. Le creature che si incontrano durante il percorso sono davvero carine e originali e alcune simpatiche situazioni ci strappano un sorriso di soddisfazione qua e là.
Un po’ deboluccia invece la parte di diario e supporto dove alcune cose sono riportate in modo un po’ criptico (la mappa di gioco, ad esempio, ci spoilera delle parti ma non è chiarissima).
Gallery
CONCLUSIONE
Sir Eatsalot è un bel passatempo. Riscalda il cuore immaginare genitori e figli uniti nel combattere la perfida strega Hysteria, ma come si scopre abbastanza velocemente, il gioco non offre un’esperienza unica in questo genere e finisce per assestarsi ad un livello medio del settore. Senza particolare infamia né lode, Sir Eatsalot può andare a completare una grossa collezione o può rappresentare un buon modo per motivarci a fare palestra dopo le feste.