Alcune volte ci si trova davanti a dei prodotti con ambizioni particolari, e nel caso di Ride: Gioca o Muori, pubblicato da Pendragon Games Studio, abbiamo a che fare con un tassello di una storia suddivisa su diversi media, partendo da un film, continuata a fumetti e con un libro, e approdata nel medium del gioco da tavolo.
L’ambientazione tratta di una gara di Downhill tenuta da Black Babilon, un’organizzazione che gestisce pericolse gare clandestine promettendo grandi somme di denaro ai vincitori. Lungo il percorso i partecipanti si troveranno braccati dal Black Rider, un corridore dell’organizzazione che inseguirà i partecipanti a cavallo di una motocicletta, armato di fucile a pompa.
TUTTO NORMALE INSOMMA.
Benché il concetto di crossmedialità sia sempre interessante quando ci si approccia ad una nuova opera, la variazione sul tema di corsa mortale è applicata a un gioco con diversi problemi.
Anche l’occhio vuole la sua parte
L’impatto con la scatola di Ride riesce a dare un’idea del tono cupo dell’ambientazione, ma all’interno della stessa troveremo diversi tipi di carte dai colori molto accesi. L’impatto sul tavolo (una volta terminato il setup abbastanza rapido) è anche gradevole, con i mazzi di carte in forte risalto e gli stand dei rider pronti ad affrontare il percorso che li aspetta.
Il problema però si presenta prendendo in mano le carte, che sono sicuramente di buona qualità a livello di produzione, ma nel caso delle carte Azione e Oggetto presentano delle illustrazioni stilizzate e abbastanza anonime, mentre nel caso delle carte Evento riprendono alcuni frame del film da cui è tratto il gioco, in una soluzione esteticamente poco efficace.
Allo stesso modo le carte percorso presentano una grafica blanda ed estremamente stilizzata per rappresentare i terreni su cui correranno i rider. Sicuramente una scelta dovuta anche alla necessità di riportare diverse informazioni sulle carte, ma che non aiuta il colpo d’occhio a riconoscerne le varie tipologie, presentandosi tutte uguali a un’osservazione superficiale.
Impossibile non innervosirsi per la dimensione microscopica dei token segnapunti e per l’illeggibilità della relativa carta adibita allo scopo, dove vengono indicati i punti solo a multipli di cinque, e il resto delle cifre sono sostituite da caschi tutti uguali.
Risollevano la situazione le schede dei giocatori e del Dark Rider, in grado di comunicare bene il carattere dei personaggi e le loro condizioni Energico e Stanco, insieme agli stand che li rappresenteranno sulla plancia di gioco, che risaltano sul percorso.
Regolamenti, croce e delizia
Il regolamento di Ride da un pessimo primo impatto col gioco. Tutte le sezioni sono scritte in maniera discorsiva, in un guazzabuglio di Keyword difficilmente consultabili. Capire ad esempio le diverse alterazioni di status dei Rider chiede di fare riferimento a diverse sezioni di regolamento in cui le informazioni sono presentate in maniera confusa, spesso confinando i concetti chiave agli esempi.
Il riassunto del turno di gioco presente sulla carta di riferimento e alla fine del manuale riescono a sintetizzare e schematizzare le informazioni che avrebbero dovuto essere presentate in maniera più chiara nel corpo del manuale, ma non forniscono comunque tutto ciò che serve ai giocatori.
Una partita di Ride prevede la selezione di un singolo Livello dei quattro proposti, differenziati tra loro dalle condizioni di partenza in termini di Carte Oggetto e status dei Rider, e dalla quantità di punti forniti dalle varie azioni che potrete compiere, nonchè quelli che guadagnerete arrivando per primi alla fine del percorso.
Un turno di Ride si svolge nel seguente modo:
- Il percorso viene aggiornato, eliminando l’ultima carta prima della partenza e aggiungendo carte alla fine del percorso finchè il Rider in testa non ha quattro carte percorso libere davanti a sé.
- Il Black Rider viene attivato, e agisce a seconda del risultato ottenuto col dado, in concordanza con la tabella stampata sulla sua scheda.
- In assenza del Black Rider viene pescata una carta evento che viene posizionata sul percorso in base al tiro di dado, con i risultati indicati sulla Carta Destino
- I giocatori rimpinguano la propria mano di carte azione, per averne quattro se sono Energici, due se sono Stanchi, una se sono Caduti nel turno precedente.
A questo punto i giocatori possono eseguire due azioni:
- Muoversi: quindi utilizzare una carta Azione per spendere i punti movimento indicati sulla stessa, scalandoli dal valore delle Carte Percorso che andrà ad attraversare. Una volta terminato il movimento si esegue l’effetto indicato sulla carta Azione e sulla Carta Percorso, ed eventualmente la carta Evento associata.
- Attaccare: Se un giocatore conclude il movimento sulla stessa carta percorso del Dark Rider o di un altro giocatore può tentare di colpirlo. L’attaccante e il difensore scelgono due carte azione coperte e l’attaccante tira il dado. Somma dunque il valore della sua carta al tiro, per poi sottrarre il valore della carta dell’avversario. Se la somma totale è 4, 5 o il simbolo Rider l’azione ha successo, e l’avversario viene Sdraiato, o nel caso lo fosse già perde un punto da una caratteristica a sua scelta.
Facciamo anche una breve panoramica sul funzionamento del Dark Rider:
Ogni volta che un giocatore oltrepassa una carta percorso col simbolo del Dark Rider, questi si attiva, e si sposta sulla carta percorso con il suo simbolo sopra dalla parte opposta del percorso. In questo movimento attacca il primo giocatore che incontra sulla sua strada. Il Dark Rider applica sempre un modificatore di +2 al dado in attacco e -2 in difesa.
I Rider invece sono dotati di tre caratteristiche, Forza, Bici, Resistenza. Ogni volta che vengono chiamati a effettuare una prova su una di esse viene tirato il dado, ottenere la faccia Rider o un valore minore/uguale alla propria caratteristica è considerato un successo, la faccia Black Babilon causa un fallimento automatico, e la perdita di un punto su una caratteristica a scelta. Se un giocatore è costretto a scendere al di sotto di uno su una qualsiasi caratteristica è eliminato dal gioco.
Infine, i giocatori hanno a disposizione delle carte oggetto con vari effetti sulle caratteristiche o che permettono di ottenere dei successi automatici per combattimenti o prove, da utilizzare nei momenti opportuni.
Una discesa difficile
È arduo dover criticare duramente un gioco: il processo di design è complicato, richiede grande cura, tempo e impegno. In Ride c’è tutta l’intenzionalità di creare un gioco basato su un’ambientazione con una forte componente action, che garantisca ai giocatori delle partite sul filo del rasoio simulando la sensazione delle corse sfrenate di Downhill.
Peccato che, nel suo cercare anche un approccio più ragionato all’hand management e con l’inserimento di meccaniche che apparentemente spingono a un approccio collaborativo e di gestione accorta delle risorse, finisce per riempire i turni dei giocatori di decisioni inconsequenziali, e di downtime che stridono fortissimo col tema di una corsa.
Spesso infatti, a causa dei conflitti con gli altri giocatori e il Black Rider ci si troverà a perdere parte delle carte che abbiamo in mano, riducendosi ad azioni che rallentano enormemente il ritmo di gioco e incapacitati ad elaborare una strategia a lungo termine.
La distribuzione dei punteggi in base alle azioni non incoraggia alcuno sforzo collaborativo tra i giocatori. se pur è vero che la conclusione dei livelli della campagna comporta delle penalità in caso di eliminazione dei giocatori, la costante variazione delle condizioni al tavolo fanno perdere presto coesione anche a un gruppo affiatato, non per la sfida posta dal gioco, ma per il graduale aumento del disinteresse generale, favorito da una scarsissima varietà di carte e opzioni.
Le carte stesse inoltre vanno ad aggiungere al tedio del gameplay, mischiando effetti e flavour nello stesso testo, rendendole non immediatamente comprensibili. Da circa una trentina d’anni Magic The Gathering ci insegna a separare il flavour di una carta in un testo separato, per permettere anche ai giocatori interessati a leggerlo di immergersi meglio nell’atmosfera creata dalle situazioni messe in gioco.
Chiudono il cerchio le statistiche dei Rider, un elemento che sulla carta spingerebbe a pensare alla necessità di dover dosare le varie caratteristiche per fare le prove più affini al nostro Rider al momento giusto, ma che non comportano alcuna reale differenza di gameplay a prescindere dalla scelta del personaggio.
Conclusioni
Mi dispiace dire che Ride: Gioca o Muori è un gioco con delle idee potenzialmente interessanti, ma per lo più sviluppate a metà.
Ci troviamo di fronte infatti a un tema accattivante sabotato da una presentazione blanda, e pur mantenendosi ampiamente su un sistema basato sulla casualità, cerca di spingere i giocatori verso una pianificazione che non si realizza mai, costringendoli a prendere sempre la decisione meno dannosa per sé stessi, e non la più interessante, spezzando continuamente il flusso della una simulazione di uno sport che fa della velocità e della continuità le sue basi cardine.
Una maggiore ricerca di un’identità più definita avrebbe potuto portare il gioco al pubblico desideroso di tensione e adrenalina a cui è destinato, mentre allo stato attuale mi sento di consigliarlo solo ai fan sfegatati del film.
Ringraziamo Pendragon Games Studio per la copia review.