Oggi vi scrivo di un gioco che mi ha molto divertito. Uno di quelli che subito dopo averlo provato, ti invitano a giocarlo di nuovo.
È un gioco per bambini (più o meno), non tanto complicato (abbastanza vero), con una grafica invitante (del tutto vero). Dura poco il che non guasta ed è ispirato a due pilastri, rispettivamente del mondo ludico e della televisione: Scythe e My Little Pony (Mio Mini Pony per chi è nato negli anni ottanta).
Chiedo venia per l’abuso di parentesi (tipo questa), ma andiamo con ordine.
Ho provato il gioco con il mio team di esperti composto da Simone di 12 anni, e la sua avvenente segretaria Stefania, la quale rifiuta di rivelarci la sua vera età – perché è addirittura nata prima degli anni ottanta shhhh!
Premessa
C’è questa scatola verde e azzurra che ci chiama da lontano. Ha un mucchio di animaletti dall’espressione simpatica e accattivante disegnati proprio nel centro. Che fai?! La apri naturalmente, e dentro ci trovi, una custodia per le 14 miniature del gioco.
Si tratta di una vera e propria calamita per giovanissimi che non possono fare a meno di lanciarvisi sopra con cieca cupidigia. La domanda che segue immediatamente è: “Come mai ci sono degli spazi vuoti?”.
Perché, come spiega un foglietto illustrativo, il gioco prevede delle espansioni, con altre miniature, che occuperanno quegli spazi vuoti e desolati.
Materiali
In genere mi contento di verificare (per pigrizia) che ci siano tutti, ma per My Little Scythe mi va di spendere due parole.
La plancia e tutto ciò che è di plastica è eccezionale. Le miniature, i token a forma di mela o di gemma e i dadi sono belli da vedere e da toccare. I token di cartone e le carte da gioco sono normali. Nel complesso sono degli eccellenti materiali, ma avendo fatto 30, si poteva fare 31, 32 e 33.
Le schede dei personaggi e le tessere di potenziamento sono di un cartone che lascia molto a desiderare, addirittura mi ricordano i materiali dei giochi che si trovano nei negozi “tutto a un euro”.
È una nota da perfezionisti, intendiamoci. Il costo del gioco, poco più di 40€, è ampiamente giustificato dall’ottima qualità dei materiali e dalle illustrazioni di Noah Adelman e Katie Khau.
Una nota che non posso fare a meno di sottolineare: all’interno della scatola, ogni elemento ha il suo apposito spazio contrassegnato dal suo simboletto in bassorilievo. Io adoro queste cose!
Il gioco
Come dicevamo, il gioco nasce dall’unione del board-game Scythe (qui trovate la nostra recensione) e il cartone animato My Little Pony, quando alla figlia di Hoby Choe, una giovine di nome Vienna, venne in mente di creare col padre, una versione semplificata e più adatta ai bambini, del famoso gestionale.
Non avendo ottenuto i diritti sul marchio My Little Pony, il gioco ha virato su un’ambientazione propria, il mondo di Pomme. Ora le miniature, anziché assomigliare ai piccoli cavallini della Hasbro, ricordano invece, i personaggi di Kung Fu Panda (così sostiene Stefania, a me fanno pensare agli Orsetti del Cuore). Solo i più attenti giocatori riconosceranno invece che dietro a queste figure si celano le versioni più simpatiche degli animali che accompagnano i protagonisti di Scythe!
Il gioco è distribuito da Ghenos.
Come si gioca?
Il gioco è molto semplice, bisogna raggiungere almeno quattro di otto obiettivi. Roba seria, come: vincere una battaglia di torte, consegnare 4 gemme o 4 mele, collezionare torte e amicizia e via di seguito.
Il tutto gestendo due cercatori che, partendo dal proprio campo base, gironzolano tra i territori del regno, passando da un portale all’altro, raccogliendo gemme o mele e accettando “complicatissime missioni”.
Funziona così. Il giocatore, a ogni turno, deve scegliere un’azione tra queste tre: “Muoversi”, “Cercare”, “Produrre”.
Muoversi: davvero volete che vi spieghi il significato di quest’azione?
Cercare: serve a generare gemme, mele e token missioni da spargere nei vari esagoni della plancia, nei diversi tipi di territori di Pomme. (Molto coerentemente, un cercatore che si trova nel deserto, cercando, scova una gemma sulle montagne a 5 esagoni di distanza. “Alla faccia del bicarbonato di sodio” ).
Produrre: con le gemme e le mele in proprio possesso (che nel gioco significa avere nella casella di uno dei propri cercatori), è consentito produrre torte, incantesimi e potenziamenti.
Quando ci si sposta da un esagono all’altro si possono trasportare mele e gemme, quando si finisce sulla casella occupata dal cercatore di un altro giocatore bisogna prendersi a torte in faccia. Gli incantesimi in questo gioco fanno piovere dal cielo piogge di torte per vincere le battaglie.
Alla fine, il più veloce a ottenere 4 obiettivi è il cercatore più “My Little” che ci sia in tutta Pomme, beato lui.
Conclusioni
A me il gioco è piaciuto. A Stefania e Simone, pure. Dovrebbe bastare, ma a titolo di cronaca val la pena spendere qualche altra parola per dare un quadro più completo dell’esperienza.
Si può giocare fino a 6 giocatori, ma è prevista anche una modalità in singolo con movimenti predefiniti, molto interessante.
Il gioco è suggerito per bambini da 8 anni in su, ma sia io che Stefania riteniamo che sia una stima un po’ a ribasso (non ho idea di come faccia la comunità di BGG a consigliarlo a bambini di 6 anni). È sicuro che la copertina e i materiali all’interno della scatola piaceranno tanto ai bambini, ma la meccanica di gioco richiede la supervisione di un adulto in tutte le fasi del gioco.
Non voglio essere troppo severo sull’età minima suggerita, intanto perché è solo la mia opinione, in secondo luogo, perché faccio il tifo per giochi come My Little Scythe. Introducono i bambini, anche se piccoli, ai giochi da tavolo un po’ più seri. E si sa, da My Little Scythe ad Axis and Allies, il passo è breve.
I materiali e la grafica sono piaciuti tantissimo, Simone dice che sono da 10 e lode, così come il gioco che si becca un ricco 9 e ½.
Non so decidermi sulla scelta di lasciare spazio nella scatola per le future espansioni. Da un lato ho sempre sperato che uscisse una scatola gigante che mi permettesse di ordinare le migliaia espansioni di Talisman, dall’altro ricordo quello che mi disse un importante editore italiano: “Ci sono due ragioni per fare un gioco che prima ancora di uscire preveda delle espansioni: la prima è per ragioni puramente di marketing, per invitare la gente a comprale appena escono. L’altra, è che il gioco probabilmente non è fatto bene e si pensa già alla sua correzione”.
Ai posteri l’ardua sentenza, noi possiamo limitarci a ribadire quel che abbiamo scritto all’inizio di questa recensione: “Oggi vi scrivo di un gioco che mi ha molto divertito. Uno di quelli che, subito dopo averlo provato, ti invitano a giocarlo di nuovo”.
Sì ho citato me stesso! Grazie.