Il mese di Gennaio è appena trascorso, regalandoci le prime due “bombe” di questo 2018. Tra queste c’è Monster Hunter: World. Sin da subito, il gioco Capcom sembrava avere un enorme potenziale. Proprio per questa ragione, in tanti attendevano con ansia il ritorno del franchise sulle nostre console domestiche. Sappiamo già cosa molti di voi si stanno chiedendo: Monster Hunter: World è il miglior capitolo della saga? Cercheremo di rispondere nell’arco della nostra recensione.
Monster Hunter: World sbarca sulle nostre console
Chiunque conosca il franchise Capcom, sa bene che Monster Hunter, nei suoi anni di esclusiva Nintendo, ha letteralmente venduto come il pane. Tuttavia, va da sé che passare dal 3DS alla Playstation 4 o alla Xbox One è un’impresa non facile, neanche per una serie già affermata. Proprio per questa ragione, riprendendo le parole di un pezzo da novanta del calibro di Phil Spencer, Monster Hunter: World potrebbe essere la consacrazione definitiva della saga, allargando enormemente il bacino di utenza e mettendo il franchise allo stesso livello di “colleghi” più blasonati. Proprio per questa ragione, le aspettative sul titolo sono state sin da subito altissime.
Per chi sentisse parlare del gioco per la prima volta, nel videogame ci troveremo ad impersonare un cacciatore, spedito nel Nuovo Mondo insieme ad altri compagni d’avventure. Il drago antico Zorah Magdaros si è infatti spostato in questa nuovo e misteriosa zona, insieme ad altri draghi. Il nostro scopo sarà comprendere i motivi dietro la sua migrazione e, ovviamente, scoprire tutto il necessario sulle creature che abitano il Nuovo Mondo.
La trama di Monster Hunter: World può essere riassunta in queste righe che avete appena letto. Nonostante Capcom abbia comunque effettuato un lavoro egregio, completo di doppiaggi in italiano (e forse carente solo di un lipsync non sempre preciso), lo story mode consiste, come molti avranno capito, in un semplice elenco di missioni principali e secondarie, nient’altro che un espediente per farci tuffare a capofitto in quello che è il vero cuore pulsante del gioco: il gameplay.
Andiamo a caccia di mostri
Il gameplay di Monster Hunter: World, così come quello di ogni Monster Hunter da tanti anni a questa parte, consiste nell’andare a caccia di mostri, sconfiggendoli entro un certo limite di tempo. Una volta abbattuta la preda, potremo ricavare dalla sua carcassa diversi materiali, che si riveleranno praticamente indispensabili nel crafting di armi ed armature sempre più potenti. Ovviamente, ogni mostro che incontreremo avrà le sue peculiarità. Starà a noi individuare i suoi punti deboli, equipaggiarci nella maniera più consona e, in pratica, a scegliere l’approccio migliore per non diventare prede in un battibaleno. Sotto questo aspetto, Monster Hunter: World ha confermato quanto di buono fatto dai suoi predecessori.
Il gioco ci mette a disposizione un arsenale di ben 14 armi tra cui poter scegliere. Ognuna di esse sarà diversa dalle altre. Tuttavia, non preoccupatevi: è infatti presente presente una sala di addestramento, creata appositamente per farvi fare pratica con le meccaniche di gioco e con le combo uniche che ogni arma possiede. Tutte le armi potranno poi essere potenziate recandosi alla Forgia. In questo caso, potrete avere non solo una panoramica di tutte le varietà disponibili dell’arma da voi scelta, ma anche di tutti i suoi possibili upgrade. Il discorso in questione si estende anche alle armature.
Un gameplay che va incontro a tutti
Prima di addentrarci in questo paragrafo, è opportuno fare una doverosa premessa: Monster Hunter non è mai stato un gioco per le masse. Non si tratta del solito action RPG in cui vi basterà livellare il personaggio e ottenere le armi più forti per portare a casa la vittoria. Padroneggiare al meglio l’arma che si usa, imparare ad utilizzare le varie trappole, imparare e riconoscere i moveset e gli attacchi dei vari mostri, scoprire i loro punti deboli ed i loro punti di forza. Monster Hunter è questo e tanto altro ancora.
Un gameplay talmente stratificato, abbinato al fatto che la serie, fino a pochi anni fa, era da considerarsi “di nicchia”, ha fatto nascere una community capace di creare addirittura una wikia dedicata ai tutti gli appassionati, piena di consigli e di suggerimenti. Proprio per questa ragione, l’approdo di Monster Hunter: World su console ha fatto storcere il naso a qualcuno. La paura di tanti gamer poteva essere concretizzata in una sola parola: semplificazione.
E allora affrontiamo subito la domanda più importante: Monster Hunter: World è più semplice rispetto ai suoi predecessori? Assolutamente si. E questo è un male? Assolutamente no!
Semplice è bello
Come abbiamo detto in apertura, 3DS e console domestiche sono due mercati completamente diversi, con due utenze completamente diverse. Proprio per questa ragione, era praticamente impensabile mantenere inalterato il gameplay dei precedenti capitoli. Tuttavia, alcune delle semplificazioni effettuate potranno anche incontrare il gusto dei veterani della saga. Una delle prime novità è rappresentata dalle lucciole del cacciatore. Si tratta di veri e propri insetti guida, che gli aiuteranno a localizzare sia le risorse che le tracce lasciate in giro dalla nostra preda. Una volta raccolto un certo numero di tracce, le lucciole formeranno una vera e propria scia luminosa, che ci condurrà dritti dal mostro, facendoci risparmiare tempo prezioso.
Un elemento che forse potrà contrariare qualcuno riguarda proprio il crafting di armi ed armature. Come detto in precedenza, attraverso la Forgia, sarà possibile effettuare degli upgrade alle nostre armi, facendole letteralmente “evolvere”. Tutto questo, ovviamente, richiederà delle risorse e delle materie prime, che otterremo dalle nostre prede. In Monster Hunter: World, a differenza dei precedenti capitoli, qualora ci accorgessimo di aver fabbricato l’arma sbagliata, potremo semplicemente chiedere al fabbro di smontare l’arma ed ottenere così le materie prime indietro. Tutto ciò, ovviamente, andrà a ridurre il numero di ore che spenderemo sul gioco, ma ridurrà anche la noia di un farming spesso esasperato.
Un ambiente di gioco vivo come non mai
Un’altra delle innovazioni di questo Monster Hunter: World è rappresentata proprio dalle possibili interazioni con la mappa di gioco. L’ambiente in cui ci troveremo a combattere potrebbe spesso giocare un ruolo a nostro favore. Le liane, ad esempio, potranno immobilizzare il mostro per qualche istante, consentendoci di colpirlo con attacchi caricati. Le Vigorvespe sono disseminate per l’area di gioco, ma starà al giocatore decidere se utilizzarle o meno. In altri casi, potremo sfruttare l’intervento esterno di altri predatori che terranno occupato il nostro mostro per un po’. La scelta se ricorrere o meno a questi espedienti è tutta nelle mani del giocatore.
Lo stesso diario di caccia è stato implementato. Quante più tracce raccoglieremo sulla nostra preda, tanto più la sua voce sul diario di caccia andrà ad arricchirsi, rivelando i suoi punti deboli e addirittura le risorse che potremo ottenere una volta sconfitta. Tutto questo potrebbe causare un colpo al cuore ai nostalgici dei precedenti capitoli della serie. Tuttavia, questa agevolazione di Monster Hunter: World ci risparmierà tutta una serie di “buchi nell’acqua“, rendendo l’esperienza di gioco, nel complesso, più agevole.
Un comparto tecnico decisamente degno di nota
Anche in questo caso, occorre fare una premessa: da un punto di vista grafico, Monster Hunter non ha mai inneggiato al fotorealismo. D’altra parte, il gameplay e il design di armi e creature riuscivano a catalizzare tutta l’attenzione, facendo chiudere un occhio su eventuali lacune tecniche. L’approdo sulle console domestiche, però, ha segnato un cambiamento anche sotto questo punto di vista. Le mappe di gioco che ci troveremo davanti saranno molto vaste, spesso intricate, e molto dettagliate. Senza considerare le tante creature, più o meno amichevoli, che incontreremo. Non mancheranno anche texture scarsamente definite, ma ancora una volta si potrà decisamente chiudere un occhio.
Per quanto riguarda i mostri, non dobbiamo che toglierci il cappello. Il design delle creature è sempre di altissimo livello, con delle animazioni decisamente convincenti e ben realizzate.
Giocando Monster Hunter: World su Playstation 4 Pro, ci siamo trovati a dover scegliere tra tre modalità diverse. La scelta era tra: risoluzione, grafica e frame rate. Optando per la terza modalità, quella da noi scelta, possiamo veramente dire di aver assaporato un’esperienza di gioco stabile e senza grossi cali, anche a patto di sacrificare la risoluzione.
Aggiungiamoci anche tante opzioni disponibili per la creazione del nostro personaggio, e potremo renderci conto della qualità del lavoro svolto da Capcom sul suo Monster Hunter: World.
Giudizio finale
È arrivato il momento di uscire allo scoperto: Monster Hunter: World ci ha davvero conquistato. Quella che ci troviamo davanti è il perfetto connubio tra tradizione ed innovazione, per un gioco aspira a soddisfare qualsiasi giocatore. Il gameplay è stato sì semplificato, ma si tratta di agevolazioni volte a migliorare l’esperienza di gioco nel suo complesso. Se i più esperti potranno avere dei déjà vu nell’affrontare determinati mostri, il livello di sfida sarà capace di soddisfare tutti. Se poi pensiamo che molti contenuti devono ancora essere aggiunti, l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un serio candidato al titolo di Game of the Year 2018.
Monster Hunter: World è un acquisto imprescindibile per qualsiasi gamer che si rispetto. Perché andare a caccia di mostri non è mai stato così dannatamente divertente.
Si ringrazia sentitamente Capcom per aver fornito la copia necessaria per la recensione.