Che succede quando un MMORPG storico approda sul mondo dei telefoni cellulari forte di un comparto tecnico incredibile e di una fanbase davvero espansa? La risposta è una sola ed è semplice ovvero Lineage 2: Revolution.
Il principio è un pelino più semplice: il titolo in questione è uno spin off dedicato al mondo dei telefoni cellulari sviluppato da Netmarble Games sulla base dell’Unreal Engine 4; di base mantiene tutte quante le caratteristiche che hanno reso la saga di Lineage un buon competitor di Blizzard sul campo dei giochi di ruolo multiplayer online declinando il tutto secondo il tipico grinding di missioni e avversari tipico della cultura ludica orientale.
La versione mobile offre un’esperienza di gioco tranquillamente paragonabile a quella del fratellone più grande declinata secondo le regole che governano e aiutano il prosperare del mondo legato ai cellulari: microtransazioni, quest giornaliere, portabilità, aiuti ai controlli per i giocatori e chi più ne ha più ne metta; dire che Lineage 2: Revolution sia un gioco differente da un classico MMORPG significa semplicemente dire il falso perché ci troviamo davanti a uno dei titoli mobile più vicini all’offrire su cellulare un’esperienza di gioco paragonabile ai mostri sacri del genere per PC.
Vediamo insieme più nello specifico cosa e successo e se questo Lineage II: Revolution merita.
Lineage 2: Revolution si lascia guardare.
Avviando Lineage 2: Revolution (e avendo scaricato i gigabyte di file necessari) ci si ritrova immediatamente davanti ad una schermata di creazione del proprio alter ego digitale; quattro razze, classi iniziali ed un complicato sistema di avanzamento per la specializzazione del proprio personaggio, alcune personalizzazioni estetiche come capelli, pattern di movimento e altro.
Scelto ciò ci si ritrova immediatamente catapultati all’interno di un mondo di gioco tanto vibrante quanto opprimente.
Il design del titolo e il comparto artistico sono perfettamente incasellati nella corrente orientale che guarda ai giochi di ruolo, con personaggi dai capelli sbarazzini e protagoniste formose oltre ogni genetica all’interno di un mondo fantasy non particolarmente ispirati: un canovaccio già seguito in mille altre salse che ovviamente potrebbe allontanare chi sta cercando un videogioco dal gusto estetico tanto unico quanto saporito.
Se si passa sopra questo fattore (cosa che probabilmente si farà, visto anche che stiamo giocando su un dispositivo mobile e cerchiamo un passatempo più che un’esperienza totalizzante) possiamo intravedere l’incredibile lavoro tecnico che Netmarble ha effettuato per portare il mondo della saga sui telefoni cellulari.
Se si ha un dispositivo performante (o si gioca su una piattaforma come Blustacks, di cui abbiamo già parlato in modo approfondito qui) si avrà immediatamente a che fare con uno dei mondi più dettagliati e variopinti presenti all’interno del mercato iOs e Android. Unreal Engine, a tal proposito, è stato davvero sfruttato per dare al titolo un atteggiamento ed un livello tecnico di tutto rispetto, paragonabile se non superiore alla grafica mostrata da molti titoli free-to-play disponibili per PC.
Lineage II: Revolution si lascia giocare, o meglio, si gioca da solo.
Questo comparto grafico da al gioco una patina di gradevolezza che magari conquisterà molti giocatori, soltanto per farli avvicinare al succo della questione: il gameplay.
Nonostante la piattaforma esso è ciò che di più classico c’è all’interno del mondo dei videogiochi: questi principali e secondarie, esplorazione di ambienti, missioni di recupero, oggetti potenziabili, abilità variegate che vanno sviluppate e così via.
Anche in questo caso Netmarble ha deciso di seguire in modo attento un canovaccio senza eseguire curiose variazioni sul tema, evitando come possibile di generare situazioni che potrebbero diventare ingestibili con un sistema di controllo ed un’ interfaccia come quella di Lineage 2:Revolution.
Player versus environment, Player versus Player e così via; tutto questo viene gestito dal titolo con un’ interfaccia touch piuttosto farraginosa che viene semplificata quanto più possibile dalla presenza dell’auto-play, ovvero una modalità in cui combattimento, spostamenti e interazioni viene gestito direttamente dal motore di gioco lasciandoci giusto il giusto di premere i tasti necessari al proseguire nei dialoghi o alla gestione dell’inventario ; questa scelta di design trasforma pericolosamente il titolo in una specie di clicker game dove al giocatore viene lasciato davvero poco spazio di manovra nonostante l’impianto ludico decisamente più stratificato e complesso di quello di giochi come i clicker games.
Ovviamente per tutti quelli che sono inorriditi a leggere la coppia di parole auto-play esiste la possibilità di giocare senza aiuti di ogni sorta, interagendo in ogni caso.
Tale scelta, a parere di chi scrive, si rivela piuttosto infelice perché il titolo è di difficile fruibilità a causa dell’incredibile quantità di comandi, box di lettura e pulsanti a schermo.
Un’interfaccia tanto confusionaria quanto praticamente proibitiva se affrontata su schermi dal polliciaggio minuto (motivo per cui il titolo diventa più godibile se affrontato sullo schermo di un pc tramite Bluestacks) che finisce per diventare un vero e proprio ostacolo nella grande maggioranza dei casi ostacolando la fruizione di un sistema di gioco molto più vicino ad un gioco PC che ad altro.
Se a questo aggiungiamo anche il fatto che Lineage 2: Revolution nonostante la presenza di microtransazioni e altre meccaniche simili è giocabilissimo senza spendere un centesimo, rimanendo divertente per tutti gli appassionati del genere.
In sostanza Lineage 2: Revolution si dimostra in grado di prendere tutti gli elementi che rendono un massive multiplayer online role playing game tale e di declinarli su cellulare attraverso un grande comparto tecnico fuori scala fallendo nel creare il giusto metodo di interazione tra videogioco e giocatore.
La presenza dell’auto-play rende Lineage 2: Revolution un titolo che, in sostanza, potrebbe essere semplicemente guardato ed il cui divertimento sarebbe semplicemente ancorato all’avanzamento e al potenziamento del proprio personaggio; questo, fortunatamente, nei momenti più avanzati dell’esperienza si riduce drasticamente vista la difficoltà crescente del titolo ma c’è il rischio concreto che questo potrebbe non essere abbastanza per una grande fetta di giocatori.