In un futuro non troppo lontano, secondo alcuni luminari del mondo videoludico, il nostro medium preferito sarà relegato non più a console e computer ma a servizi in grado di far giocare ai videogiocatori qualsiasi tipo di titolo direttamente sul proprio televisore, utilizzando le potenzialità dello streaming.
Alcuni esperimenti, in tal senso, si sono già palesati (qualcuno ha detto Geforce now?) e hanno fato breccia su qualche minima parte di pubblico ma che ci aspetta nel prossimo futuro?
La morte dell’hardware secondo il CEO di Ubisoft passerà per lo streaming.
Yves Guillemot, il CEO di Ubisoft, durante un’ intervista con IGN nel corso della Gamescom 2018 ha rilasciato qualche dichiarazione su come lui pensa di vedere i prossimi anni del mondo videoludico.
Il primo punto che Guillemot ha sottolineato è rappresentato dalla probabile scomparsa del mondo del mercato hardware rispetto alla presenza di servizi per videogiocare in streaming.
“La tecnologia, al momento attuale, si sta dirigendo verso un mondo con più streaming e meno hardware. Le macchine avranno ancora più potenza ma nello stesso tempo i sistemi che utilizziamo oggi per trasferire dati diventeranno ancora più efficenti. Prima o poi le esperienze che avremo in streaming saranno migliori di quelle che avremo comprando un nuovo modello di hardware.”
Sempre secondo Guillemot nemmeno i prezzi finiranno per essere un grande problema. Esisteranno un sacco di modelli e offerte diverse, in modo da potersi adattare alle tasche di qualsiasi tipo di consumatore; la speranza secondo il CEO di Ubisoft è che in futuro il mondo dei videogiochi sia completamente aperto, cross-platform e con posibilità per tutti quanti.
Uno sviluppo comunitario, anche per i giochi Ubisoft.
Yves Guillemot ha inoltre parlato dell’importanza che probabilmente ci sarà nel futuro del media per la partecipazione della comunità allo sviluppo dei videogiochi, come sta accadendo al momento per titoli Ubisoft come Beyond Good And Evil 2.
“Nel futuro prossimo i videogiochi offriranno dei mondi immensi dove moltissimi creatori avranno la possibilità di plasmare ambienti completamente differenti da quelli che invece possono essere realizzati da un singolo team, a prescindere dalla dimensione di quest’ultimo.”
Un futuro dove anche i videogiocatori saranno parte integrante dei mondi di gioco attraverso lo sviluppo è un futuro bifronte; che senso avrà il quality control? Che senso ha parlare di impronta autoriale? Che senso vorrebbe dare il CEO di Ubisoft a questo futuro?
Per il momento accontentiamoci della vaporizzazione del mondo dei videogiochi per come lo conosciamo ora; iniziamo a inscatolare le console e speriamo che qui in italia le connessioni internet raggiungano i livello esteri quanto prima.