Con Donkey Kong: gorilla, barili e un tale Mario continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto di uno dei videogiochi più famosi di tutti i tempi. Un gioco in cui troviamo la prima apparizione dell’idraulico più celebre di ogni era.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill, Winning Eleven e molte altre chicche raccolte solo per voi!
Donkey Kong: gorilla, barili e un tale Mario
Anno 1981. L’Italia doveva ancora vincere il suo terzo mondiale, nelle case si ascoltavano a tutto volume gruppi come i Queen e i Police e spopolava la canzone “celebration” dei Kool & The Gang. Intanto al cinema facevano la loro comparsa dei personaggi destinati a diventare delle vere e proprie icone. Un certo professor Jones, per gli amici Indiana, nei predatori dell’arca perduta e Jena Plissken, interpretato da Kurt Russell in 1997: Fuga da New York. Dall’altra parte del mondo, nelle sale giochi del Giappone, la Nintendo dava alla luce un videogioco destinato a diventare una pietra miliare: Donkey Kong.
Come è possibile che un gioco basato su un enorme gorilla con il vezzo di rapire donzelle e lanciare oggetti di vario tipo giù per alcune schermate bidimensionali, sia entrato di diritto nell’olimpo dei titoli più importanti di tutta la storia dei videogames? La risposta è abbastanza semplice, ma non tutti la conoscono. Se infatti mi limitassi a citarvi il protagonista Jumpman, sono sicuro che non tutti sarebbe in grado di ricollegarlo immediatamente alla sua famosa controparte. Ecco il racconto di come un platform diventa leggenda.
Grattacielo che vai, gorilla che trovi
Dal 1933, anno in cui per la prima volta fece la sua apparizione al cinema l’originale King Kong, fu subito chiaro che questa rara specie animale avesse un particolare rapporto con i palazzi da scalare e con le donne da rapire. Se infatti nei film del ’33 e del 2005, ad essere scalato fu l’Empire State Building, divenuto poi il World Trade Center nel remake del 1976 e la Tokyo Tower nel film “il gigante della foresta”, appare subito evidente come quello dell’altezza sia un vero e proprio marchio di fabbrica per i gorilloni extrasize.
Donkey Kong non fa eccezione a questa regola. Dopo aver rapito la bella Pauline, fidanzata dell’idraulico Jumpman, il gorilla vede bene di darsela a gambe su per un grattacielo in costruzione. Il nostro eroe dovrà dunque arrampicarsi per ben quattro livelli, vedendo ogni volta l’acerrimo nemico scappare con la propria fidanzata. Attraverso l’uso di scale dovremo arrampicarci il più in alto possibile, stando attenti a saltare gli oggetti che Donkey Kong ci tirerà per tutto il tempo. A nostra disposizione avremo unicamente alcuni martelli, disposti in alcuni punti della mappa, che ci permettono di distruggere gli oggetti che ci stanno per colpire. Mentre Mar Jumpman ha in mano un martello, non può salire le scale ne saltare e le molle, oltre allo stesso Donkey Kong, non possono essere distrutti dal nostro Mjolnir semplice martello da carpentiere.
Livelli per tutti i gusti e killer screen
I livelli sono sempre più difficili man mano che si sale di altezza.
- Il primo livello vede un’impalcatura da scalare per il nostro eroe. I pericoli derivano dai barili che vengono lanciati da Donkey Kong e da alcune fiammelle che si incendiano una volta venute a contatto con un barile di olio posto in fondo alla mappa.
- Il secondo livello è caratterizzato dalla presenza di nastri trasportatori. Il pericolo più grande è rappresentato dalle numerose fiammelle sparse in questa mappa, a cui si sommano delle torte di cemento sui nastri trasportatori. Quando ci troviamo su una di queste ultime, dovremo stare attenti a non finire fuori dallo schermo, pena la perdita di una vita. Questo livello fu omesso nella versione Nintendo Entertainment System e su alcune console come l’Atari 7800.
- Il terzo livello è caratterizzato dalla presenza di alcuni ascensori che dovremo utilizzare per spostarci da un lato all’altro, cercando di evitare fiammelle e molle rimbalzanti. Le molle sono indistruttibili e sono dunque il pericolo più grande di questo livello.
- Il quarto livello, nonché quello conclusivo, è la punta del grattacielo. In questa mappa dovremo rimuovere le otto “chiavi di volta” che tengono ancorati i piani su qui si muove Donkey Kong. Per farlo dovremo evitare le immancabili fiammelle e gli altri oggetti. Una volta rimossi tutti i fermi, potremo vedere il gorilla precipitare e riabbracciare finalmente la nostra Pauline.
Esiste poi un quadro chiamato “killer screen“. Una volta arrivati al 22esimo livello nelle versioni originali (alla 117esima schermata di gioco) a causa di un errore di programmazione i secondi per completare il livello erano solamente quattro, ed era impossibile proseguire, venendo uccisi tutte le volte. Questo particolare quadro è divenuto famoso come il gioco stesso e troviamo un chiaro rimando alla questione anche nel film “Pixel” del 2015, quando il protagonista arriva fino al “livello 22” di Donkey Kong.
Il leggendario Jumpman
Donkey Kong è divenuto cosi famoso sopratutto per la presenza di un personaggio divenuto una vera e propria icona della Nintendo e dell’intero universo dei videgames. L’idraulico Jumpman infatti altri non è che il famigerato Mario, protagonista del celeberrimo Super Mario. L’idea di creare un personaggio così particolare fu frutto di una serie di geniali intuizioni. La prima fu quella di non puntare sul classico eroe, ma su un personaggio umile, un carpentiere (divenuto poi idraluico) con un aspetto basso e poco atletico. La Nintendo volle anche che il loro protagonista richiamasse alcuni personaggi come Braccio di ferro e Felix, in modo da fare breccia nell’immaginario occidentale.
In secondo luogo, le peculiarità di Mario furono dettate da alcuni accorgimenti tecnici. I baffi servivano a staccare il naso dalla bocca, le basette a far vedere le orecchie e il cappello doveva coprire i capelli, il cui movimento sarebbe stato troppo complesso da renderizzare all’epoca. Infine l’iconica salopette era la scelta ideale per accentuare il movimento del torso del protagonista.
Qualche curiosità
Sull’origine di Donkey Kong ci sono molte versioni e la questione è divenuta quasi una leggenda metropolitana. Secondo alcuni racconti il nome sarebbe derivato da un errore di trasmissione di un fax che all’epoca trasformo la M di “Monkey” in una D di Donkey. In realtà il nome Donkey derivò da una scelta volontaria del suo creatore. L’idea era quella di trovare un equivalente di “gorilla tedesco” in inglese e scelse Donkey tra i sinonimi della parola “testardo”, anche se letteralmente quest’ultima significa “asino”. Kong invece è un riferimento a King Kong, famoso gorilla del cinema. Proprio questa “citazione” sarebbe costata alla Nintendo una causa per plagio da parte della Universal. Le due società sarebbero andate in causa per questo motivo, ma a spuntarla sarebbe stata proprio la Nintendo, con buona pace del mondo del cinema.
Il gioco fu ideato da un deisgner relativamente alle prime armi, Shigeru Miyamoto, il quale può vantare il primato di aver creato due tra i personaggi più famosi di tutti i tempi, Mario e Donkey Kong. Se il gioco vide la luce ed ebbe la straordinaria fortuna che ebbe, il merito fu di un clamoroso fallimento. Infatti Donkey Kong fu realizzato per rimpiazzare i vecchi cabinati rimasti invenduti di Radar Scope. La divisione americana della Nintendo non si aspettava minimamente il successo generato da questo meraviglioso titolo.