Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena – Versione testata Pokemon Luna
In un periodo di transizione per Nintendo, con Wii U sul viale del tramonto, Switch distante ancora quattro mesi e 3DS che gode di ottima salute ma inizia ad accusare i sei anni sul groppone, pochi franchise della casa di Kyoto potevano caricarsi sulle spalle il peso di rappresentare l’unico titolo di punta per la stagione natalizia (al netto del porting portatile di Super Mario Maker, s’intende): un gioco con protagonista Mario, uno con la parola “Zelda” nel titolo o un nuovo capitolo del brand Pokemon.
Come avrete intuito dal titolo, oggi siamo qui a parlare proprio di quest’ultimo, nella forma di Pokemon Luna, una delle due versioni dell’ultima fatica di Game Freak, che uscirà in esclusiva sulle console della famiglia 3DS il prossimo 23 novembre: siamo sicuri che, oltre al titolo, avrete sbirciato anche il voto, e quindi non vi spoileriamo nulla se vi diciamo che, anche stavolta, Pikachu e compagnia hanno fatto centro.
Mollo tutto evado ad Alola
Le isole Hawaii sono parse, sin dai primi trailer di Sole e Luna, la fonte d’ispirazione primaria per il team di sviluppo, che ha ambientato il gioco ad Alola, una versione fittizia ed edulcorata dell’arcipelago statunitense: anche qui ci sono delle isole limitrofe le une alle altre (quattro in tutto), ognuna delle quali è difesa da un Pokemon Protettore, che veglia sull’incolumità degli abitanti e sul mantenimento della pace, che sembra minacciata dalle oscure mire del Team Skull, colpevole di considerare i Pokemon come meri strumenti per raggiungere i propri obiettivi.
Il fulcro del comparto narrativo di questo episodio, invece, è rappresentato proprio dalla mutua scelta di Pokemon ed allenatori, in una simbiosi unica che ha risvolti notevoli anche a livello di gameplay, come vedremo quando analizzeremo le Mosse Z e l’accresciuta importanza delle fasi in cui si accudiscono i propri mostri tramite lo schermo tattile.
Il giocatore impersonerà un adolescente appena trasferitosi ad Alola dalla regione di Kanto con sua madre e il suo Meowth, la cui strada si intersecherà subito con quella di una misteriosa ragazzina bionda (che poi si scoprirà chiamarsi Lylia), il cui Pokemon è sotto attacco su un ponte pericolante: pur riuscendo a respingere gli assalitori, il nostro avatar non potrà evitare che le funi del ponte si spezzino, facendolo precipitare nel vuoto insieme al Pokemon.
Quando tutto sembra perso, l’intervento di un grosso Pokemon di tipo Elettro/Fata, di nome Tapu Koko, salva la vita al nostro personaggio, donandogli anche una misteriosa pietra luccicante: si scoprirà presto che questi non è altri se non Tapu Koko, Protettore della prima isola, e che tanto il nostro personaggio quanto l’indifeso Pokemon della ragazza non sono destinati a svolgere il ruolo di semplici comparse nella vicenda…
Pur senza raggiungere la cura e la profondità degli intrecci apprezzati nei migliori esponenti del genere, di cui la libreria di 3DS è particolarmente nutrita, Pokemon Luna denota un maggiore impegno da parte di Game Freak sul versante narrativo, con dialoghi meno infantili, personaggi meglio delineati (come il simpatico prof. Kukui) e l’ambizioso accenno ad una nuova filosofia per il brand, con i Pokemon che passano dal ruolo di semplici collezionabili a veri e propri animali da compagnia.
Costruire un attico in cima ad un palazzo
Il titolo del paragrafo è, secondo noi, estremamente esplicativo di quanto fatto da Game Freak con Pokemon Luna: dopo decenni, in cui, piano dopo piano, il franchise è diventato un grattacielo possente, capace di svettare, per vendite ed apprezzamento, nell’olimpo videoludico di tutti i tempi, quest’ultimo capitolo si pone come l’attico, aggiungendo parecchie novità (soprattutto se confrontato ai capitoli remake) pur senza stravolgere la formula base.
Partiamo dai tre Pokemon dello starter: Rowlet (Erba), Litten (Fuoco) e Popplio (Acqua) non incuteranno timore, ma una volta sviluppati a dovere, si rivelano tutti e tre molto efficienti; noi abbiamo optato per il secondo, e lo abbiamo visto evolversi in forme decisamente potenti, sostituendolo, come Pokemon principale, solamente all’alba delle quindici ore di gioco.
Pokemon Sole e Luna comprendono un buon numero di mostriciattoli del tutto inediti, ma sono le modifiche ad alcuni dei capisaldi del brand a lasciare prima interdetti, poi piacevolmente sorpresi dalla qualità delle nuove soluzioni proposte: se l’assenza delle palestre e dei capipalestra potrebbe rivelarsi uno shock per i fan più tradizionalisti, sappiate che le sette prove che li hanno sostituiti sono altrettanto godibili, e, anzi, aggiungono pepe e varietà alla progressione, per via delle condizioni da soddisfare e di un livello di difficoltà (minimamente) superiore.
In pratica, il giocatore dovrà sottoporsi a sfide specifiche (catturare un certo tipo di Pokemon, ad esempio) prima di poter sfidare i Capitani, supervisori delle prove nonché avversari sul finire di esse: soddisfatte le condizioni poste dal Capitano, bisognerà affrontare dapprima un Pokemon potenziato (in genere una evoluzione di quelli visti in precedenza) e poi il Capitano stesso, munito di un Pokedex decisamente più nutrito dei soliti combattenti in cui è possibile imbattersi.
Battuto il Capitano, la prova è formalmente superata, e si ottiene così il Cristallo Z corrispondente, ma ognuna delle isole ha nel suo Kahuna (una sorta di sindaco) la sua punta di diamante quando si parla di Pokemon, e così bisognerà sconfiggere anche questi prima di potersi dire veramente i numeri uno.
Nel processo, si guadagneranno Cristalli Z specifici (il primo è quello per le mosse Normali, seguito da quello delle mosse Lotta e man mano tutti gli altri): questi possono essere indossati dai Pokemon compatibili, e garantiscono un potenziamento notevole delle consuete mosse, tanto da doverne limitare l’utilizzo ad una sola per combattimento, per non inficiare un bilanciamento che già di suo rappresenta, probabilmente, uno dei pochi punti deboli del gioco.
La voglia di catturare più Pokemon possibili, infatti, cozza con lo smisurato aumento di livelli e statistiche base che ne consegue, rendendo il prosieguo del gioco ancora più semplice di quanto non fosse già in partenza: l’unica soluzione consiste nel dedicarsi al completamento del Pokedex nell’endgame, ma non tutti gradiranno le massicce dosi di backtracking connesse al processo.
A proposito di Pokedex, la presenza di Rotom al suo interno, un particolare Pokemon capace di dialogare con il giocatore e mostrare sempre sulla mappa il suo prossimo obiettivo, semplifica notevolmente la vita ai novellini, grazie ad una mappa assai dettagliata (che comprende anche alcune zone segrete) e alla memorizzazione dei punti deboli dei Pokemon già incontrati, indipendentemente dal mostriciattolo schierato, così da non sprecare mosse che si riveleranno inefficaci.
L’aumento dell’accessibilità è testimoniato anche da altre scelte di game design, come quella di concedere il Condividi Esperienza dopo nemmeno un’ora di gioco, o di innalzare la percentuale di cattura dei Pokemon selvatici, quantomeno nelle prime due isole, così da favorire l’allargamento del ventaglio di scelta per i giocatori meno navigati.
Se non cadessimo nel prolisso, dovremmo citare anche altre piccole aggiunte di contorno, meno rilevanti nell’economia di gioco ma nondimeno apprezzabili, come le cavalcature richiamabili da un comodo menu, il Festival Plaza, la nuova battaglia tutti contro tutti per il multiplayer, la possibilità di mandare in missione i Pokemon “in panchina” per allenarli e racimolare oggetti nel processo; per non parlare delle Ultracreature e di nuove, mirabolanti Megaevoluzioni, che, ovviamente, ci guardiamo bene dal togliervi il gusto di scoprire da soli.
Alla fin della fiera, insomma, Game Freak di certo non si è seduta sugli allori, e Pokemon Luna è, anche contenutisticamente, uno dei migliori esponenti del brand.
Sempre meglio
Esattamente come per le meccaniche di gioco, che si affinano e si arricchiscono di capitolo in capitolo, anche il versante tecnico della produzione migliora sensibilmente rispetto al recente passato, pur nei limiti imposti da un hardware ormai obsoleto sotto molti punti di vista: Pokemon Luna è sicuramente l’episodio più bello da vedere della storia del franchise, grazie a un motore grafico che riesce a muovere con una certa naturalezza un numero di poligoni decisamente maggiore rispetto al remake di Zaffiro e Rubino.
L’aspetto che balza maggiormente all’occhio, a causa del gran numero di combattimenti in cui ci si impegnerà, è la migliorata regia durante gli scontri, che si avvale adesso di movimenti e inquadrature assai più spettacolari, nonostante il set di animazioni rimanga tutto sommato limitato; le mosse speciali, a cominciare da quelle Z, segnano un nuovo punto di arrivo per la saga e durante le ore di test (su un modello New Nintendo 3DS XL) non ci siamo mai imbattuti in bug di alcun tipo o in incertezze del frame rate, con una stabilità generale che consente di godersi al massimo l’esperienza.
Le proporzioni dei personaggi, l’espressività dei volti, finanche l’abbigliamento disponibile nei vari negozi sparsi per le isole di Alola sembrano mirare ad un target di pubblico leggermente più maturo, quasi come se gli studenti delle scuole medie siano diventati l’obiettivo principale del franchise in luogo di quelli delle elementari.
Inutile dire che, come tutti i titoli che portavano il nome Pokemon in passato, noi ci siamo divertiti molto nonostante i tempi delle scuole siano lontani un paio di decenni, e questo la dice lunga sull’universalità della formula alla base del franchise.
Nota di merito per la colonna sonora, una delle più gradevoli sentite negli ultimi anni per il brand: a remix di pezzi arcinoti si affiancano un nuovo battle theme e una serie di motivetti orecchiabili a tema hawaiiano, con abbondanza di ukulele e flauti che contribuiscono all’atmosfera solare e sbarazzina che permea la produzione.
La durata della storyline principale si attesta sulle venticinque ore circa, ed è quindi omologabile ai titoli precedenti, anche se ne serviranno quasi il doppio per tutti i Pokeallenatori più accaniti che vorranno completare il loro Pokedex.
Commento finale
Pokemon Luna segna un nuovo punto di riferimento per la serie tanto per la sua presentazione quanto per il gran numero di novità nella formula base, seppure non tutte siano centrali all’interno dell’economia di gioco: Game Freak sta dimostrando di non avere alcuna intenzione di sedersi sugli allori, e continua a sfornare giochi di ruolo deliziosi, adatti a tutti e sempre più ricchi a livello di contenuti.
L’unico neo, non trascurabile ma nemmeno debilitante, è rappresentato dall’ulteriore abbassamento del livello di sfida medio, sensato se visto nell’ottica di aprire il brand a nuove generazioni di giocatori ma probabilmente sgradito ai fan meno giovani, che dovranno impegnarsi solo per completare al cento per cento il Pokedex.
Nonostante ciò, è impossibile non consigliare l’ultima fatica di Game Freak non solo a tutti coloro che sono cresciuti a pane e Pokemon, ma anche a quanti siano in cerca di un gioco di ruolo giapponese ben confezionato, bello da vedere, piacevole da giocare.