Watch Dogs – Hands On

Articolo a cura di Marco Mancini

Milano Watch Dogs è sempre più vicino all’uscita (27 maggio prossimo) e con il grande evento alle porte ci è stato possibile provarlo in anteprima. Il meeting milanese con Ubisoft è stato però diverso dal solito perché a presentarci il progetto non sono stati gli sviluppatori ma due consulenti davvero particolari: il prof. Dino Pedreschi dell’Università di Pisa e Sergey Golovanov, esperto di malware di Kaspersky lab. Ma cosa ci facevano due informatici alla presentazione di un videogioco, vi starete chiedendo. Andiamo a scoprirlo.

Dentro Watch Dogs

Per capire meglio Watch Dogs, bisogna sapere come nasce. L’idea che sta alla base di Watch Dogs non è per nulla fantasiosa. Tutt’altro. Il gioco nasce da un dato di fatto: oggi siamo tutti connessi. La nostra impronta digitale è dappertutto senza che ce ne accorgiamo. Sms, chat, telefonate, tweet, persino il gps del navigatore satellitare dell’auto finiscono tutti in un database, il Big Data, che studia i nostri movimenti. Questo enorme database serve a capire tante cose della vita di un popolo: preferenze, desideri, spostamenti e tanto altro. Questa enorme mole di dati può essere utilizzata in maniera positiva (per esempio stabilendo delle contromisure in caso di spostamenti durante le epidemie, o a scopi pubblicitari), oppure in maniera negativa. Watch Dogs mostra il lato “oscuro” del Big Data, cioè come è possibile sfruttare le informazioni per i propri scopi.

Le attività che si possono realizzare con Watch Dogs, racchiuse nel concetto forse fin troppo semplicistico di hacking, sono essenzialmente quattro: intercettazione, sfruttamento dei bancomat, furto d’auto (fatto hackerando i sistemi d’allarme di ultima generazione, dunque addio ai vecchi fili strappati dei film) e blackout. Tutte attività di hackeraggio che, anche se sembrano uscite da un film di fantascienza, sono perfettamente realizzabili nella vita reale. Ce l’ha spiegato proprio Golovanov di Kaspersky, il quale ci ha illustrato come sia possibile nella realtà compiere tutte le attività illecite che il nostro Aiden, il protagonista del gioco, realizza con il suo smartphone. Lo stacco tra realtà e fantasia sta nel fatto che nel gioco tutto viene compiuto pigiando un tasto sul cellulare, mentre nella realtà c’è bisogno di introdursi in un sistema informatico complesso, operazione per cui possono volerci delle ore. Ma dopotutto non stiamo parlando di fantascienza.

La trama

Nei vari video che ci sono stati mostrati abbiamo scoperto anche qualcosa in più della trama di Watch Dogs. Il nostro Aiden non è uno stinco di santo. Hacker di professione, si mette nei guai un giorno quando, per caso, assiste a una scena che non avrebbe dovuto vedere. Non mantiene il segreto e, per chiudergli la bocca, la malavita se la prende con la sua famiglia. Ne fa le spese sua nipote di 6 anni, e da quel momento lui decide di vendicarla. Viene in suo soccorso un’organizzazione segreta, la Dedsec, che gli fornisce un’arma speciale: uno smartphone dotato dell’applicazione in grado di controllare tutti i dispositivi elettronici di Chicago. Da quel momento parte la caccia all’uomo che coinvolgerà anche i poteri forti e la politica.




Gameplay e dettagli tecnici

Dopo essere entrati nell’ottica degli hacker, è arrivato il momento di provare il gioco. Una preoccupazione che poteva riguardare molti di noi, primo fra tutti il sottoscritto, è il rischio che il gameplay fosse troppo complicato. Nei trailer che abbiamo visto finora abbiamo potuto notare come le cose da fare fossero davvero tante: modificare il colore dei semafori, aprire e chiudere i cancelli, bloccare i treni in corsa, ascoltare le telefonate dei passanti e tanto altro. Insomma, sembrava che il gioco fosse complicatissimo. Invece sin dalle prime battute si capisce che è tutto fin troppo semplice. Le varie funzioni vengono introdotte strada facendo, migliorando lo skill tree, e così per una buona mezz’ora ci sarà possibile solo far scattare il semaforo a nostro piacimento semplicemente schiacciando la X (per PlayStation), o la A (per la Xbox), hackerare i passanti e ascoltare le loro telefonate.

Il sistema di gioco è molto coinvolgente. Watch Dogs è molto più che un gioco d’azione, è quasi un simulatore di vita reale. Gli aspetti innovativi riguardano ad esempio i passanti: non vedrete mai due persone uguali (o capiterà molto raramente). Di solito siamo abituati a vedere giochi in cui ci sono una decina di possibili combinazioni al massimo, mentre qui i passanti sono davvero tutti diversi, come nel mondo reale. Anche le reazioni sono molto dettagliate. Per esempio camminare tra la folla vi permette di mimetizzarvi, ma basta mettersi a correre che la gente si girerà verso di voi guardandovi con sospetto. Se cominciate a compiere azioni da pazzi, come correre in tondo, andare a sbattere contro la gente e simili, le persone intorno a voi cominceranno a correre impaurite, continuando a fissarvi. Se poi tirate fuori la pistola o picchiate un passante senza motivo, allora chiameranno persino la polizia. Un’introduzione interessante riguarda la barra di notorietà. Potrete essere un cittadino modello compiendo azioni “buone” come sventare rapine, picchiare sfruttatori di prostitute, ecc.; oppure potrete essere un delinquente, per esempio sparando contro la polizia o rapinando voi dei malcapitati, e allora non solo la gente vi denuncerà, ma sarete anche più “visibili” perché le vostre foto saranno su tutti i manifesti e i telegiornali.

Multiplayer

Anche se non ci è stato possibile provare il multiplayer, ci sono stati svelati alcuni dettagli interessanti. Uno dei più innovativi riguarda la possibilità di “aprire il gioco” ai propri amici. Questo significa che è possibile dare la possibilità a uno o più dei propri contatti di connettersi alla nostra campagna single player. Sia noi che il nostro amico continueremo la campagna come se nulla fosse, ma potrà capitare di incrociare il nostro contatto tra le strade di Chicago. E potrà capitare persino che stavolta sia lui ad hackerare noi! Il multiplayer può anche prevedere missioni speciali pensate appositamente per questa modalità, e l’interazione con smartphone e tablet reali attraverso l’applicazione dedicata.

Commento finale

Qualcuno ha definito Watch Dogs il gioco dell’anno. Probabilmente ha ragione. Se GTA 5 è stato il gioco del 2013, Watch Dogs ha tutte le carte in regola per essere il gioco del 2014. Anche perché Watch Dogs non è altro che un GTA con l’hacking. Il sistema di gioco è molto simile (raggiungi il posto, colpisci, infrangi ogni legge possibile e scappa dalla polizia, tanto puoi rubare tutte le macchine che vuoi), e forse anche per questo motivo il titolo, che sarebbe dovuto uscire lo scorso autunno, è stato rinviato. Ma ciò non toglie niente a un gioco che ha praticamente tutto ciò che serve: trama, novità, longevità (scoprire ogni segreto di una metropoli completamente navigabile e con mille missioni secondarie porterà via settimane), qualità grafica, multiplayer e tanta adrenalina. Insomma, nella wish list dell’anno Watch Dogs deve occupare le prime posizioni.