Batman: Arkham Asylum, primo capitolo della saga ideata e sviluppata da Rocksteady, fu una grande sorpresa per tutti: dove in molti si aspettavano l’ennesimo titolo sottotono volto a sfruttare unicamente una licenza grandiosa come quella del Cavaliere Oscuro, nacque invece uno degli action adventure più belli di questa generazione e sicuramente il miglior gioco mai realizzato finora dedicato al noto fumetto.
Il sequel, Batman: Arkham City, non fece altro che confermare lo straordinario talento dello sviluppatore, che elevò all’ennesima potenza tutte le cose buone del primo capitolo, lasciando i giocatori con un finale letteralmente mozzafiato.
Un po’ a sorpresa, arriva quest’anno Batman: Arkham Origins, affidato da Warner Bros. alla nuova divisione di Montreal che si era già occupata, ottimamente, della versione Wii U del secondo episodio. Come suggerisce il nome, Arkham Origins si pone come prequel assoluto dei predecessori e mira a raccontare le origini di Batman, i primi scontri, le prime paure e anche le prime sconfitte di un giovane, immaturo e a tratti durissimo Bruce Wayne.
La nascita del cavaliere oscuro
Arkham Origins ha inizio circa cinque anni prima rispetto gli eventi narrati in Batman: Arkham Asylum, proprio il giorno della vigilia di Natale, mentre la città di Gotham è praticamente congelata da una furiosa tempesta di neve. Siamo solo agli inizi dell’avventura di Batman, già formato e plasmato dal suo duro addestramento, ma ancora un oggetto misterioso sia per i criminali, che non sanno se considerarlo nemico o alleato, sia per la polizia, decisa a catturarlo. Maschera Nera, villain principale dell’avventura (ma saranno presenti anche personaggi come Deathstroke, il Pinguino, Joker e tanti altri), ha messo una taglia sulla sua testa mentre il dipartimento di Polizia è funestato dalla corruzione.
Senza voler svelare qualche spoiler di troppo, la storia scritta da Corey May e Dooma Wendschuh funziona dall’inizio alla fine. Il personaggio di Batman, già carismatico di per sé, viene messo in risalto da una narrazione coerente e senza intoppi, che richiama ovviamente lo stile che mischia cinema e fumetto dei predecessori. Anche il carattere del protagonista è un misto tra quanto visto nei comics e quanto invece è possibile vedere nella splendida trilogia firmata Nolan: forse persino un Batman più duro e “cattivo” di quanto non possa sembrare a prima vista e che riesce a regalare momenti intensi, specialmente al primo incontro con quelli che saranno i (tanti) nemici di una vita e i (pochi) alleati.
Come era prevedibile, il gameplay propone la stessa collaudata formula di gioco vista in Arkham Asylum e Arkham City. Il nuovo sviluppatore ha preferito chiaramente non rischiare e lasciare che fosse Rocksteady stessa, magari in futuro con un capitolo next-gen, a provare il passo più lungo della gamba. Ecco quindi che chi ha amato i precedenti capitoli si troverà immediatamente a proprio agio in Arkham Origins, senza la necessità di seguire tutorial e istruzioni varie. Le meccaniche sono quelle di sempre: si tratta di un action adventure esplorativo che propone questa volta una porzione di Gotham come mappa di gioco, per un mondo esplorabile più immenso di quello dei due precedenti capitoli messi assieme. Chi si aspettava o sperava in grosse novità o stravolgimenti della struttura ludica rimarrà deluso, chi invece desiderava soltanto tornare a Gotham e apprezzare nuovamente lo stile dei precedenti episodi non avrà di che lamentarsi e potrà in ogni caso godersi le poche innovazioni inserite da WB Games Montréal.
Il nuovo sviluppatore si è occupato principalmente di migliorare quindi un gameplay già collaudato. Dimensioni della mappa più generose vengono dunque accompagnate da un sistema di viaggio rapido tramite Batwing (non pilotabile direttamente), a patto di liberare prima delle torri di comunicazione occupate dall’enigmista che impediscono il corretto atterraggio del mezzo. Sono presenti anche nuovi gadget che si rivelano utili sia in fase di battaglia che in quella investigativa.
A proposito di quest’ultima, WB Games Montréal ha leggermente approfondito il sistema che gestisce l’analisi delle scene del crimine in cui si troverà spesso suo malgrado il Cavaliere Oscuro. Adesso è necessario analizzare attentamente ogni dettaglio, ricostruire come sono andati effettivamente gli eventi e dalle prove trarre le conclusioni che possono portare alla risoluzione della vicenda. Non si tratta di un sistema approfondito chissà quanto, ma funziona, e dona quella freschezza in più necessaria per non apparire stantia per via dei vecchi capitoli.
Filosofia da “squadra che vince non si cambia” che vale anche per i combattimenti, con un sistema di gioco fatto di attacchi e contrattacchi immutato, ma al contempo arricchito da un paio di novità, come la presenza di due inedite tipologie di nemici che costringono il giocatore a mutare la tattica durante lo scontro e, soprattutto, i punti esperienza che si accumulano a seconda di come viene condotto lo scontro. Ovviamente, meno errori e mosse più elaborate porteranno a un maggior quantitativo di punti che potranno essere spesi per i naturali potenziamenti, che danno modo al giocatore di plasmare Batman a proprio piacimento, favorendo quindi il miglioramento di certe abilità o gadget a seconda di certe esigenze. Inoltre, le boss fight sono in assoluto le migliori della serie.
Tra le altre cose, la struttura di gioco offre una serie di missioni secondarie che permette di allungare ulteriormente una già ottima longevità di base, che si allinea a quella dei precedenti capitoli. Completando la modalità storia, sarà possibile peraltro sbloccare la modalità “New Game Plus“, per rigiocare l’avventura con tutti gli equipaggiamenti precedentemente sbloccati già disponibili. Completando il titolo anche in questa modalità, si sblocca l’interessante e affascinante “I Am The Night” Mode, roba per veri duri: alla morte di Batman, il gioco semplicemente si concluderà.
Arkham Origins introduce inoltre una componente multiplayer, che ci riserviamo di approfondire in un secondo momento non appena avremo la possibilità di giocarci con maggior attenzione.
Il comparto grafico si allinea ovviamente a quello dei predecessori, senza presentare grandi migliorie di sorta. Gli ambienti di gioco sono grandi e ben dettagliati e l’atmosfera di Gotham City splendidamente riprodotta. Su PlayStation 3, la versione al momento da noi provata, c’è da segnalare qualche calo di frame rate nelle situazioni più concitate. Niente di grave comunque che pregiudichi l’esperienza di gioco.
Promosso il comparto audio: una colonna sonora convincente e in pieno stile Batman è accompagnata da un ottimo doppiaggio in italiano per i protagonisti, con qualche riserva che riguarda invece alcuni personaggi secondari.
Commento finale
Batman Arkham Origins si limita a proporre il meglio dei precedenti capitoli senza stravolgere più di tanto la formula. Una soluzione che farà storcere il naso a chi è in cerca sempre di grosse novità, ma che in fin dei conti non rovina più di tanto la valutazione del prodotto. Se avete amato Arkham Asylum e Arkham City non avete motivi per non attendere o non comprare il relativo prequel, capace di riproporre alla perfezione non solo medesima struttura di gioco, ma anche di migliorarla laddove serviva. E scoprire le origini di Batman ha sempre un fascino tutto suo. Per la vera innovazione del brand aspettiamo Rocksteady e, presumibilmente, un capitolo next-gen.