Diario del dott. Flammini 10 ottobre 1957
Questi sono completamente pazzi! L’altro giorno Raimondo è entrato nella mia stanza con in mano la mia carta di identità e, con sguardo perplesso, mi ha chiesto cosa fosse.
Gli ho risposto che era semplicemente la mia carta di identità; mi ha chiesto se era uno scherzo, indicandomi il simbolo della Repubblica sul dorso.
Non sapevo cosa rispondere: mi sono limitato a guardarlo fisso, senza pronunciare parola.
Mi ha chiesto se sono un Fascista: io, un FASCISTA! Gli ho risposto seccamente di no. Che ero comunista. Che ero un partigiano della Majella. Che ero un eroe, IO!
Mi ha guardato strano, poi ha preso il portafogli per ridarmelo. Era palese, voleva rimettere dentro la MIA carta di identità ma… si è fermato.
Ha osservato meglio all’interno e poi ne ha tirato fuori la MIA tessera del PCI.
L’ha guardata come se avesse visto il diavolo.
Mi ha fissato negli occhi e mi secco ha chiesto : “che cosa è questo?”
Mi sono limitato a rispondergli “la mia fede politica…”
Non ha aggiunto altro.
E’ uscito velocemente dalla mia stanza senza nemmeno riflettere che aveva lasciato la porta aperta, cosi sono uscito.
Ritrovatomi nel portico, ho sentito del rumore di metallo, di un rumore come se due auto si fossero appena scontrate.
Affacciatomi dalla balconata, ho visto due giovani che combattevano tra loro con delle spade. Non so il perché, ma rientrai immediatamente nella mia stanza… e non feci altro che pensare, pensare, pensare tutto il dì.
Quando mi colse il freddo notturno, mi destai dalla mia riflessione che ancora osservavo lo spento camino, poi capii.
Non vi era termosifone: c’era camino!
Non vi era elettricità: c’era candela!
Non vi era acqua calda: c’era tinozza d’acqua fredda!
Non vi era auto: c’era cavallo!
Ero indietro nel passato, questo era chiaro, lampante; ma possibile come?
L’aereo, ecco!
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