Aliens: Colonial Marines – Video Recensione

Le origini del progetto Aliens Colonial Marines risalgono addirittura al 2001, quando SEGA prese in mano la licenza della saga cinematografica per confezionare tre titoli. Il primo avrebbe dovuto essere proprio questo, sviluppato per Playstation 2. Come possiamo intuire, non tutto filò liscio, e lo sparatutto venne messo da parte per lasciare spazio ad Aliens vs Predator e Aliens Infestation. Preso in mano da Gearbox, Aliens Colonial Marines ha comunque vissuto un percorso piuttosto travagliato, tanto che in molti temevano sarebbe stato cancellato. Invece la software house di Borderlands, capitana dal buon Randy Pitchford, è riuscita ad arrivare in fondo ed il titolo è finalmente giunto nei negozi. Valeva la pena attendere tanto?
Aliens Capitolo secondo
Aliens Colonial Marines parte da presupposti molto interessanti, ovvero narrare le vicende intercorse tra il secondo ed il terzo episodio cinematografico della saga. Parteciperemo così nei panni del Caporale Winters ad una spedizione di Marine su LV-426, inviati per scoprire cosa sia accaduto alla Sulaco ed al suo equipaggio. Trama ed ambientazione sono certamente un punto forte della produzione, in particolar modo la seconda, grazie ad un’atmosfera ricercata e fedele al materiale d’origine. Per quanto riguarda la storia narrata abbiamo invece qualche riserva, vista la sceneggiatura piuttosto piatta e prevedibile, costruita più che altro ai fini di un fan-service forse persino troppo forzato. I riferimenti sono comunque presenti e faranno certamente piacere ai conoscitori dell’universo di Alien. Diciamo che alla decima volta che ci viene ricordato come i Marine non lascino mai indietro nessun compagno come scusa per spingerci nell’ennesima missione suicida, ci si chiede se non si potesse introdurre qualche idea meno ritrita. Comunque alla fine la campagna scorre via fluida e per quanto i compagni di squadra non buchino lo schermo, fanno il loro dovere con qualche battuta simpatica e quel fare tipico da militare americano. Inoltre gli evidenti riferimenti ad alcuni momenti visti sul grande schermo faranno la gioia dei fan.
E’ l’ora della disinfestazione
Aliens non fu certamente un titolo basato principalmente sulla paura, discostandosi in parte da quanto fece il suo predecessore. Allo stesso modo il titolo Gearbox punta molto di più sull’azione che non su situazioni di tensione. Sono purtroppo lontani i ricordi di puro terrore dei primi Aliens vs Predator, le cui campagne nei panni degli umani fecero venire gli incubi a migliaia di videogiocatori. L’atmosfera è comunque ben costruita, grazie ad alcuni accorgimenti, come il rilevatore di movimento, che richiederà di sollevare l’arma per poter essere osservato, e soprattutto gli scenari, fedeli in ogni dettaglio al materiale d’origine. Tolti questi elementi, il prodotto SEGA si avvicina molto di più ai tipici FPS di una volta, con decine di mostri da eliminare, munizioni a iosa, medikit e persino una barra dell’armatura da riempire rinvenendo in giro gli appositi item. Ciò non è necessariamente un male, ma è chiaro come gli appassionati storceranno un po’ il naso davanti all’efficienza dei Marine, per nulla intimoriti dalle orde di Xenomorfi che li assalteranno. Basteranno pochi colpi per spappolarli, mentre questi appaiono decisamente meno spietati di quanto ce li ricordavamo, a causa di una intelligenza artificiale evidentemente semplificata per assecondare un gameplay più action ed immediato. Ciò snatura in parte il buon lavoro fatto nei confronti della licenza. Gli sviluppatori si sono anche presi la libertà di inventare alcune nuove razze di Xenomorfi, come quella capace di sputare acido. Un’altra sarà protagonista di una delle sezioni più riuscite ambientata nelle fogne della colonia. Questa è completamente cieca, però nel caso rilevi un rumore minaccioso, vi correrà contro per poi esplodere in letale liquido verde. Le altre vi lasciamo il piacere di scoprirle, mentre non mancheranno quelle classiche ovviamente.
La campagna singolo giocatore purtroppo scade quando ci mette contro i mercenari della Wayland, trasformando un soddisfacente sterminio di Alien in un generico sparatutto lineare. Complice un’IA piatta, queste sezioni appaiono le meno ispirate del gioco e ne avremmo fatto volentieri a meno. Purtroppo rappresentano quasi la metà di una campagna tra l’altro non lunghissima, visto che si può portare a termine in sei ore abbondanti.
Per rinfrescare l’offerta, Gearbox ha implementato un’elementare sistema di evoluzione, che vede il protagonista guadagnare esperienza grazie alle uccisioni, terminando le missioni e completando alcuni obiettivi secondari. Ciò garantisce parti aggiuntive per il proprio arsenale, sempre disponibile in ogni suo elemento, ma appunto potenziabile. Le armi sono fedeli a quanto visto sul grande schermo, con tanto di smartgun e lancia fiamme. In questo aspetto non abbiamo nulla da rimproverare. Anche la scelta di un inventario completo sempre a disposizione, dal quale selezionare le due armi impostate nel menu per la scelta rapida, ci è piaciuta. Inoltre ogni bocca da fuoco è dotata di uno sparo secondario, espandibile con nuovi elementi sbloccabili. Bocciata, invece, la gestione delle granate, che vanno prima selezionate a parte e poi utilizzate; un passaggio talmente scomodo, che ci siamo ritrovati ad utilizzarle pochissime volte.
La campagna principale risulta tutto sommato scorrevole, nonostante la prevedibilità e la mancanza di particolari guizzi. L’offerta è arricchita da una componente multiplayer. Si parte dalla cooperativa, che permette di affrontare l’intera storia in compagnia, sia online che in split-screen, un valore aggiunto che farà la gioia di molti. Vi sono poi quattro modalità competitive da giocare su cinque mappe diverse, nei panni sia dei Marine che degli Xenomorfi. Nulla di particolarmente fresco, purtroppo, e qualche partita mette in luce gli evidenti limiti di un’aggiunta poco approfondita, che rischia di cadere nel dimenticatoio molto presto a causa di contenuti scarsi e una calibrazione da perfezionare. I server sono comunque ancora praticamente vuoti e solo il tempo potrà decretare il successo o meno del multiplayer di Aliens Colonial Marines.
“Game over man!, Game Over!”
Veniamo ora al punto più critico del lavoro Gearbox, ovvero il comparto tecnico. Purtroppo siamo davanti ad un prodotto che sembra provenire da una generazione lontana. Gli scenari possono vantare solo due punti a favore, quali la maniacale fedeltà al materiale originale ed un sistema di illuminazione decisamente azzeccato. Peccato che tutto ciò venga rovinato da texture che vanno dallo scarso all’inesistente, ed una conta poligonale tutt’altro che entusiasmante. Lo stesso vale per i modelli dei personaggi e degli alieni, materiale che sembra provenire veramente dal defunto progetto Playstation 2. Se ciò non bastasse, il titolo soffre del classico streaming ritardato delle superfici che caratterizza molti dei titoli basati sull’Unreal Engine 3, e nonostante il frame rate tocchi anche vette ben al di sopra delle 30 immagini per secondo, in alcuni frangenti si permette di scendere ben al di sotto. Certo, la tecnica non è tutto, ma da una produzione del genere ci si aspetta ben altri livelli di qualità.
Tutt’altro discorso per quanto riguarda il comparto sonoro, ereditato di peso principalmente dal film di Cameron, quindi eccellente, così come le musiche si ispirano ai temi originali, sapientemente alternando momenti di silenzio ad altri di efficace accompagnamento. Non male il doppiaggio italiano, discretamente realizzato ma affossato da pesanti problemi di sincronia.
Commento finale
Difficile nascondere la delusione. Gearbox non è riuscita purtroppo nel creare quello che avrebbe potuto essere una degna trasposizione di una delle saghe cinematografiche più amate di sempre, spingendosi addirittura a sequel ideale della pellicola diretta da James Cameron. Quello che invece abbiamo in mano è un FPS piuttosto generico, salvato da alcuni elementi che lasciano intravedere il rispetto della licenza, brutalmente rovinato da un comparto tecnico scadente come non ci capitava di vederne da tempo. Se siete irriducibili fan di tutto ciò che è Alien, dategli comunque una possibilità, le sezioni più riuscite sapranno solleticare il vostro appetito e magari vi divertirete con qualche partita in compagnia.