L’annuncio di DOOM 3 – BFG Edition ha un po’ sorpreso tutti dal semplice punto di vista logico, meno da quello commerciale: Bethesda ha chiaramente intenzione di rispolverare un pur famosissimo franchise prima di dare fondo alla campagna marketing che porterà tra il 2013 e il 2014 al lancio di DOOM 4. Ma il senso logico dicevamo, perché quello preparato per PC, PlayStation 3 e Xbox 360 non è altro che lo stesso gioco uscito nel 2004 abbellito soltanto da qualche texture ridefinita, il supporto dell’alta definizione e il canonico inserimento di trofei e obiettivi. In più, una serie di livelli inediti pensata per allungare ulteriormente la già comunque sufficientemente longeva campagna in singolo.
Si capiva subito però che qualcosa non avrebbe funzionato: pur trattandosi di uno degli sparatutto migliori degli ultimi dieci anni (anche se, a parere di chi scrive, inferiore ai predecessori della serie DOOM), riproporlo esattamente come otto inverni fa non è stata un’idea particolarmente brillante. Checché ne dicano i detrattori, il genere degli FPS è particolarmente cresciuto negli ultimi tempi. Ha conosciuto il pubblico console, ma soprattutto si è aperto a dettami, regole e strutture di gioco prima impensabili, basti pensare a ibridi ben riusciti con i giochi di ruolo, come abbiamo visto con Rage (fatto proprio da iD Software) e Borderlands. DOOM 3, usando un paragone calcistico, è come un grande campione che prova a dire la sua diversi anni dopo il ritiro dalle scene. Qualcosa inevitabilmente destinata a non andare per il verso giusto.
Ambientato nel 2145 sul pianeta Marte, DOOM 3 mette il giocatore nei panni del classico soldato che si trova al momento sbagliato nel posto sbagliato. Una misteriosa invasione infernale mette a repentaglio la Union Aerospace Corporation, facendo strage di tutto e tutti. Naturalmente, il protagonista riuscirà in qualche modo a sopravvivere, ma sarà costretto a muoversi tra bui cunicoli e terrificanti corridoi per fuggire dall’installazione, sconfiggere il terribile nemico e tornare a casa.
Il gameplay di DOOM 3 rispecchia le regole dello sparatutto in prima persona “all’antica”, con una vasta gamma di armi tra cui scegliere e nemici da buttare giù provenienti da ogni dove senza troppi complimenti. Non si tratta però certo di un Serious Sam, perché dopotutto vi troverete per quasi tutta l’intera durata dell’avventura all’interno della stazione buia e abbandonata a sé stessa, e non mancheranno i momenti di altissima tensione dove solo la torcia installata nel fucile (una delle novità di questa edizione) sarà la vostra fidata alleata per sconfiggere le tenebre. Purtroppo emergono quasi immediatamente i limiti di un level design che sente sulle spalle il peso degli anni: nel giro di qualche ora, l’effetto sorpresa lascerà il posto a un po’ di ripetitività, colpa anche di una intelligenza artificiale scadente che peraltro si avvertiva per certi versi nel 2004. Figurarsi oggi. Le nuove missioni provano a adattarsi agli standard moderni alzando il ritmo dell’azione, ma la sostanza è la stessa e risulteranno un plus solo per chi aveva già completato in passato DOOM 3 e si ritrova ad affrontare livelli completamente inediti. Il multiplayer poi non aiuta: durante la nostra prova è stato difficile trovare qualcuno disposto a giocare, senza contare che viste le tante alternative valide che il mercato ha da offrire, ci viene difficile pensare che le cose possano migliorare nelle prossime settimane.
DOOM 3 – BFG Edition si limita quindi al minimo essenziale, anche dal punto di vista tecnico. La grafica è praticamente la stessa di qualche anno fa, arricchita dalla presenza di filtri, alta definizione e piccoli effetti aggiuntivi che naturalmente non possono limare le mancanze di un motore vecchio più di cinque primavere. Senza contare che su PC è possibile ottenere risultati sensibilmente migliori con la versione originale sfruttando una delle tante mod messe a disposizione dagli appassionati. Dimenticate insomma lo straordinario lavoro fatto con il remake del primo Halo, perché qui non troverete niente di pari livello.
Commento
A chi consigliare DOOM 3 – BFG Edition, dunque. Principalmente a chi non ha mai giocato quello che resta comunque uno dei migliori esponenti del genere e vuole recuperare la lacuna, specialmente su console. Ma anche a chi ama alla follia la saga ed è disposto con una scusa (nota anche come “nuovi livelli”) a tornare su Marte. In parte lo consigliamo pure agli amanti del genere disposti a sopportare una struttura di gioco che sente il peso degli anni. Ma chi è in cerca di qualcosa di nuovo, di fresco o comunque di un remake nel senso stretto del termine, rivolga altrove i suoi risparmi.